Regione Puglia: 2.300 osservazioni al Pptr
Norme chiare e di facile applicazione: ecco i requisiti che il consigliere regionale propone per sfoltire il contenzioso e salvare la sostanza del Piano paesaggistico evitando ai piccoli proprietari costose azioni legali
Sono circa 2.300 le osservazioni presentate da cittadini, tecnici, ordini e istituzioni pugliesi al Piano paesaggistico territoriale regionale. «Una vera alluvione – fa notare il consigliere regionale Antonio Galati – che deve farci correre ai ripari. L’obiettivo è salvare la sostanza del Pptr senza penalizzare i meno abbienti»
Molte osservazioni provenienti dal territorio salentino riguardano piccoli proprietari di modesti appezzamenti di terreno, sui quali il Pptr rileva la presenza di «boschi» (così come definiti – assai malamente – all’articolo 58) con le gravi conseguenze che da tale presenza derivano.
«Il punto però sta tutto nella definizione di “bosco”, che non tiene conto né delle dimensioni, né della continuità ecologica, né della presenza di essenze autoctone – sottolinea il consigliere regionale – la legge nazionale vigente (l’articolo 2 del decreto 227/01) ne dà una definizione al tempo stesso generica e oscura, tanto da aver creato orientamenti differenti fra la giustizia amministrativa e la giustizia penale. Il risultato è un caos giuridico, terreno fertile per i professionisti del contenzioso e quindi motivo di forti spese per i piccoli proprietari. Il Pptr – insiste Galati – poteva sciogliere il nodo, con una definizione limpida e semplice di “bosco”, che tenesse conto di tre elementi: continuità ecologica, dimensioni e presenza di essenze autoctone. Avremmo evitato paradossi come quelli di “boschi” rilevati nel perimetro delle città o all’interno delle zone industriali o nei giardini delle unità residenziali; al tempo stesso avremmo evitato l’alluvione di osservazioni da parte di tutti quei piccoli proprietari che si sentono lesi nei propri diritti»
Il consigliere di maggioranza si rivolge quindi direttamente all’assessore all’urbanistica, la vicepresidente Angela Barbanente, da mesi impegnata con grande abnegazione e competenza urbanistica in tour di divulgazione della filosofia e dei contenuti del Pptr sul territorio pugliese.
«Quello dell’assessore Barbanente è uno sforzo gravosissimo che va apprezzato – dice Galati – ma sarebbe stato ancora più meritorio partorire un Piano fruibile da tutti gli interessati, senza rendere necessaria la divulgazione dei politici o la mediazione dei professionisti. Fortunatamente siamo ancora in tempo per semplificare la norma, dando un riferimento certo a tutti gli interessati senza svuotarla della sfida culturale, ancor prima che urbanistica, che il Pptr contiene»
«Riguardo ai boschi, ad esempio, non c’è dubbio che si rivelerebbero decisivi quei tre requisiti fondamentali – chiosa il consigliere regionale –ovvero la dimensione dell’area boscata, la presenza prevalente in essa di essenze autoctone e soprattutto la continuità ecologica della fascia interessata da bosco, macchia o foresta, che non può essere interrotta da seminativi, colture intensive, insediamenti industriali, aree residenziali.
Applicando i tre requisiti – conclude Galati – i cittadini pugliesi, e in particolare quelli salentini, otterrebbero una definizione fedele alla realtà dei fatti, rispettosa della sfida culturale che il Pptr lancia e non penalizzante per migliaia di persone che hanno diritto a norme semplici, chiare e quindi intrinsecamente democratiche»
La Redazione
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