Correva l’anno…
Nel lontano ormai 1994, dopo l’apparente fine della prima Repubblica, sulla scena politica italiana si affacciava un uomo, simbolo del benessere, del saper fare, dell’uomo vincente, innovativo, moderato e cattolico.
Ricordo ancora le sue prime uscite pubbliche da uomo politico, seduto dietro una scrivania con il suo bel quadretto di famiglia e alle spalle tanti libri che rendevano bene l’idea del “peso” della cultura.
Un uomo liberale, che ribadiva con forza e vigore l’iniziativa privata e la libertà personale dell’individuo come fattori di sviluppo e benessere per una società che progredisce e guarda al futuro delle generazioni prossime. (In verità alcuni principi cardine sui quali si fonda parte della nostra costituzione del 1948, quindi personalmente non capisco il perché dell’autoproclamo dell’uomo portatore di nuovi valori).
Un vento di novità tirava sul bel paese; gli italiani iniziavano a sognare e per un attimo ci siamo sentiti tutti più sicuri, ricchi e qualcuno anche più bello.
Per la prima volta nella politica italiana si faceva uso (ad arte) di un potentissimo strumento persuasivo della volontà, che entra nella testa e colpisce dritto dritto al cervelletto.
Si chiama comunicazione, paragonabile quasi ad una scienza empirica come la matematica. Con l’occasione cito solo alcuni slogan fino al nome del partito che hanno violentato l’intelligenza dell’uomo: “Meno tasse per tutti”, “Il Presidente operaio”, “ Italia rialzati”, “Il contratto con gli italiani”…”tuo figlio lo spezzatino dei comunisti!” umh credo di aver fatto un errore, forse quest’ultimo me lo sono inventato.
Difatti, chi conosce bene tale strumento sa che deve poi essere accompagnato da un’ulteriore azione purgativa nei confronti di possibili detrattori: vedi il caso Biagi, Luttazzi, Santoro, ecc… però poi vanno bene i vari Sallusti, Feltri, Ferrara, i Fede e i Minzolini, per dire ancora che si è ostaggi dei media.
In verità l’unico sogno che ci apprestavamo a vivere noi italiani era il mondiale USA con uno strepitoso Roberto Baggio!
Ritornando a noi, a noi italiani, come d’incanto o per magia, sembrava che dal cielo fosse sceso in terra Dio, Dio Silvio…per la redenzione dei nostri peccati, per evitare lo shock delle sinistre al potere.
Finalmente l’uomo nuovo al potere, che sembrava volesse riformare anche se stesso – e in effetti quest’ultimo punto del suo programma personale lo ha realizzato, visto le innumerevoli iniezioni di botulino e interventi di lifting, per sconfiggere i segni infami del tempo -.
Ma passando a fare un’analisi dettagliata di questo nuovo miracolo italiano dopo quello degli anni ’60, ci siamo ritrovati una serie di interventi della politica in campo sociale ed economico che hanno profondamente cambiato la società, il suo modo di vedere le cose e il sistema paese.
Basti pensare al varo delle misure economiche e sociali, dai famigerati condoni, da quello edilizio a quello fiscale, l’abrogazione del falso in bilancio, i tagli sulla ricerca, sulla scuola e sanità, l’immunità per le più alte cariche dello Stato, il tentativo bocciato dalla corte costituzionale meglio noto come lodo Alfano, la legge Porcellum; insomma, tutto ciò che deve fare un governo responsabile che ha a cuore i problemi dei cittadini e non quelli personali.
E’ il modo in cui vengono attuate certe misure che indigna e fa vergognare un popolo.
Tassare i capitali al 5% invece che al 20-30-40% come il resto dei paesi democratici europei, è come certificare i veri evasori e renderli immuni da qualsiasi ulteriore o successivo prelievo fiscale. Inoltre, ci sarebbe tanto da discutere sulla natura e sulla titolarità di quei capitali ma purtroppo siamo in Italia…forse era questa la riforma fiscale a cui faceva riferimento.
Non perché si sia negazionisti per partito preso, (anzi sono personalmente convinto che una parte della fortuna dei successi del Cavaliere è dipesa dalla forza progressista e rinnovatrice mostrata dalla mummificazione “baffettiana” di alcuni personaggi che abusivamente ancora stazionano nel centro sinistra).
Ma questa è un’altra storia della bella Italia da raccontare!
Si è dimesso l’uomo che in assoluto è stato più giorni in carica come Presidente del Consiglio nella storia della Repubblica.
Si è dimesso l’uomo che nel Parlamento Europeo ha dato del Kapò ad un collega, che ha fatto le corna ad un altro Capo di Stato durante il G8, ha piantato Zapateros in conferenza, ha stretto amicizia con Gheddafi e Putin (poi sarebbero gli altri i comunisti), e ha ignorato, invece, i suoi veri parters europei, dalla Merkel al Sarkosy fino, oltreoceano, ad Obama; ha stretto relazioni internazionali con i Tarantini e i Lavitola, per lo smercio di prodotti freschi e di qualità… Si, proprio con il latitante direttore dell’Avanti, il giornale che percepisce 2 milioni di € di contributo dallo Stato ma esce in tiratura molto ma molto limitata: 1 sola copia, per il Presidente con una red hot list.
La domanda nasce spontanea: ora chi ci deriderà nel mondo senza il nostro giullare, barzellettiere e uomo ottimista!?…tanto ottimista da negare prima la crisi, per poi annunciare la ripresa, ed infine per decretare la natura internazionale della crisi.
Siamo, in verità al paradosso: un governo che non ottiene la maggioranza dei voti alla camera dei deputati con il premio di maggioranza, con i deputati scelti dalla stessa coalizione di governo, avvalora la tesi dell’Indro nazionale, (vero uomo di DESTRA, che nella sua lungimiranza acuta aveva visto bene) del serpente che prima o poi si mangia la coda… e scommetto che ora ha un bel ghigno stampato sul viso.
…..e se tutto ciò fosse vero allora di chi è la colpa!?
Il Presidente del Consiglio ha rassegnato le proprie dimissioni adducendo come motivazione che è stata colpa dei mercati ma, non vorrei che ora si pensasse che i mercati fossero comunisti.
Ora, scaricata la patata bollente del DDL Anticrsi sul nuovo governo Monti, chiaramente la responsabilità nel non affrontare anzitempo la crisi non è più di Berlusconi.
Nella speranza che il ddl anticrisi, oltre alle nostre lacrime e sangue, contenga i cosidetti tagli alla casta, colgo l’occasione per suggerire agli amici dell’amministrazione comunale di mostrare le stesse indicazioni, perché in questo storico momento sarebbe un atto di responsabilità politica nei confronti dei propri cittadini il ripristino delle vecchie indennità consiliari.
Da cittadino che non ha proprio la memoria corta, mutuando una battuta del Cavaliere, ricordo che in fondo non siamo proprio coglioni per dimenticare tutto questo!
Ed è anche questo il caso per ribadire un’altra battuta politica oramai nota…”non sempre il potere logora chi non ce l’ha!”
Buon lavoro al governo Monti nella speranza di elezioni immediate.
Gilberto Antonaci
Ciao Giuseppe, sono costretto a fare una precisazione, in merito ad un passaggio del mio articolo. Ho scritto “amici dell’amministrazione” perchè sono nostri concittadini con i quali al di là delle diverse vedute politiche esiste un rapporto di normale convivialità cittadina, come dovrebbe essere in un paese normale.
Personalmente, nell’ultima campagna elettorale mi sono ampiamente esposto contro coloro che poi sarebbero diventati i ns. amministratori e ti aggiungo che se capitasse di prendere un caffè con il sindaco lo farei volentieri.
Perchè, non spetta a noi delegittimarlo; e qui riprendo una tua affermazione…spetta a coloro che tu hai chiamato “martanesi irresponsabili” alle prossime elezioni.
Quando incontri il sindaco e gli assessori per strada e loro ti salutano, tu cosa fai!? Gridi allo scandalo delle loro ruberie!?
Credo proprio di no.
Detto ciò, asserisci ancora che “non siamo tutti servi e lecchini”?
Caro Gilberto Antonaci, i tuoi amici dell’amministrazione comunale hanno già mostrato la loro responsabilità politica raddoppiandosi le indennità. Cosi come i martanesi hanno mostrato la loro irresponsabilità, stando zitti di fronte ad una ruberia del genere. Il bello è che se incontri per strada il sindaco o gli assessori ti sorridono come a dire “che bello, noi facciamo i nostri affari sporchi e nessuno ci sputa in faccia”.
RICORDATE CHE NON SIAMO TUTTI SERVI E LECCHINI