IISS Trinchese: presentazione del progetto “alternanza scuola-lavoro”
Spettacolo teatrale e convegno dibattito sulla figura dell’animatore socio educativo. Interverrà l’assessore regionale al welfare Salvatore Negro.
L’obiettivo del percorso formativo è quello di fornire agli allievi un ampio bagaglio di skills e di specifiche conoscenze per trasferire le competenze che ogni ANIMATORE SOCIO-EDUCATIVO deve avere. L’animatore condivide la quotidianità con gli utenti, per questo deve conoscere a fondo gli aspetti che riguardano la cura della persona e del loro ambiente, il cibo, la vita di relazione all’interno di un gruppo. Deve saper riconoscere i momenti critici nella vita di un individuo o del gruppo di ci si occupa e intervenire per attivare le risorse ancora possibili. Fondamentale è la capacità dell’animatore di suscitare emozioni ed interessi, di coinvolgere l’interlocutore nelle attività di animazione. Per questo in molte situazioni, prima ancora che a proposte operative, l’azione dell’animatore si può orientare verso la capacità di ascolto. Su questa base di ascolto/confronto iniziale si può pensare di costruire progetti di lavoro validi. La professionalità dell’animatore è coinvolta anche nella gestione della dimensione interdisciplinare, in cui persone con ruoli e competenze diverse si confrontano al fine di delineare un progetto utile per la persona e/o la comunità cui è destinato. Oltre che con gli utenti, che sono i soggetti principali del lavoro dell’animatore, questa figura professionale è chiamata ad un continuo lavoro di confronto in equipe. Questo significa che tutte le altre figure presenti nelle strutture, personale medico e assistenziale, psicologi, terapisti della riabilitazione, responsabili organizzativi ed educatori, rappresentano gli interlocutori privilegiati con cui l’animatore collabora ai progetti comuni.
In base ad osservazioni sistematiche effettuate nelle esperienze di alternanza scuola-lavoro delle classi dell’Istituto Professionale per i Servizi Socio-Sanitari “Salvatore Trinchese” di Martano, si è potuto constatare da parte di Enti ed Aziende, notevole interesse per la formazione di una figura in grado di promuovere e tutelare i processi di attivazione del potenziale ludico, culturale, espressivo, relazionale, sia a livello individuale che di gruppo e/o collettivo.
Chi è impegnato nel sociale svolge la propria attività in favore di persone di diversa età che spesso vivono situazioni di disagio che provocano “sofferenza” più o meno marcata, più o meno evidente e palese.
È sempre più richiesta, per tali motivi, come parte integrante della professionalità, la capacità di fronteggiare gli effetti psicologici delle situazioni problematiche, non sulla base del buon senso ma con modalità di rapporti e con proposte di attività che consentano di creare una situazione fisicamente e psicologicamente favorevole.
La Redazione
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