Cadavere ritrovato, la figlia confessa: “ero presente”
Potrebbero essere più di uno i delitti commessi da Marco Barba. Al già noto omicidio del 41enne marocchino Khaled Lagraidi, venditore ambulante, il cui corpo è stato trovato in un bidone coperto da sabbia e cemento e sciolto nell’acido da un anonimo alla periferia di Gallipoli. Il giovane ambulante sarebbe scomparso dalla sua residenza a Lecce il 23 giugno scorso. La denuncia era stata sporta dalla sorella della vittima.
A questo omicidio potrebbe aggiungersi un altro, non ancora scoperto, ma confessato dalla figlia di Marco Barba, Rosalba, nel corso dell’interrogatorio condotto dal pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Alessio Coccioli, in collaborazione con i Carabinieri della stazione di Gallipoli. Non si sa chi sarebbe l’altra vittima. Pare che la ragazza abbia confessato questo nuovo delitto, nel corso di un interrogatorio durato ore. Sarebbe stato il padre a costringerla ad aiutarlo per l’occultamento del cadavere di Lagraidi. La probabile motivazione che avrebbe portato a tanto efferato delitto sarebbe nella frequentazione del marocchino con la ragazza, non condivisa dal genitore, evidentemente. Che Rosalba sia stata costretta ad aiutare il padre è stato confermato da dichiarazioni rese anche dalla madre – e dall’altra sorella, nel corso di un’audizione. Un padre possessivo e violento tanto da spingere i famigliari a denunciare i suoi delitti. E’ stata la stessa giovane ad accompagnare i Carabinieri alla scoperta del luogo del delitto. Marco Barba è nome noto alle forze dell’ordine e personaggio di spicco nella nomenclatura malavitosa di Gallipoli, più noto nell’ambiente con il soprannome di “Tannatu”.
Fernando Durante