Ho votato Si
Bene, lo confesso: al referendum popolare del 4 dicembre scorso ho votato si. Ma,non ho detto tutto: ho votato e sono ancor più convinto, oggi, di aver fatto bene. Perché? Allora: da una vita attendevamo la soppressione del senato, in certi termini. La maggioranza aveva votato per la sua estinzione, forse mordendosi le mani un secondo dopo, ma lo avevano fatto. Poi, i maggiorenti degli stessi schieramenti (per le minoranze era fin troppo ovvio votare contro) avevano scoperto che quella riforma l’aveva scritta una pulzella come la bella Elena Boschi ed il suo capo, nientemeno che, Matteo Renzi. Scandalo! Non lo aveva fatto né D’Alema, né Bersani( che io ho stimato tanto per l’attaccamento alla “Ditta”), né la minoranza con il supporto della maggioranza o viceversa ( ma ve l’immaginate tutti insiemeappassionatamente?). Come sempre, però, per approvare i quesiti del referendum,per mesi, si erano palleggiate le domande fra Camera e Senato. Alla fine, un sospirone, la maggioranza decide e presenta i quesiti. Si scatena l’ira di dio. Perché, fino a quando tutto è fermo, va bene, di fronte ad una proposta, no, perché sarebbe migliore la mia.
Si parte, comunque. Ed allora, incontri innumerevoli, discussioni private e televisive, voti, confronti, pareri di costituzionalisti, di sindacalisti, di … Alla fine, si trova la quadratura del cerchio: uno schieramento eterogeneo deciso a battere Renzi (non sembrava vero avere questa opportunità) è sceso in campo ed ha sbaragliato chi voleva apportare le modifiche alla Costituzione, in sintesi: Renzi. Poi, c’era anche la soppressione del Cnel (si era detto che i dipendenti erano ininfluenti, praticamente, percepivano lo stipendio senza produrre alcun beneficio alla società), oggi – pare – siano diventati indispensabili. La riduzione del numero dei parlamentari. No, vanno bene così. Eppure, se non mi tradisce la memoria, era una misura che invocavano tutti gli schieramenti politici e la gente. Anche i 5 Stelle protestano per i costi della politica. Invece: no! Il popolo sovrano che poteva, veramente, raggiungere obiettivi insperati e mai – di fatto – raggiunti nel corso dei vari governi dalla Liberazione, hanno rigettato le proposte e seguito le indicazioni dei propri rappresentanti. Eppure, erano riforme importanti ed attese. Si può dire tutto ed il suo contrario sul tema, naturalmente, i politici sono irraggiungibili in questo campo. Generalizzo, anche se non va bene. Eppure, il popolo continua a chiedere quello che – come si diceva – aveva avuto l’opportunità di ottenere con quel si; che ha – invece – perduto, con grande differenza percentuale, fra l’altro. Tutto perfetto? Ma quando mai. Certamente si poteva fare meglio, ma era una opportunità da prendere al volo, a mio giudizio. Per concludere. Se devo tirare le mie conclusioni su quello che ho scritto che, mi auguro aver rispecchiato – per grandi linee – la realtà di quanto è accaduto – allora devo concludere che abbiamo fatto come quel marito che, per fare dispetto alla moglie si taglia gli attributi.
Fernando Durante