CICLOVIA DELL’ACQUEDOTTO: REGIONE PUGLIA APRE LA FASE DELLA PROGETTAZIONE PARTECIPATA
Regione Puglia incontra Fiab e Coordinamento dal Basso Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese: al via la progettazione partecipata. Primo obiettivo la definizione del tracciato da Villa Castelli a Santa Maria di Leuca.
Un incontro per avviare la progettazione partecipata della Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese si è tenuto a Bari martedì 14 febbraio negli uffici dell’Assessorato ai Trasporti della Regione Puglia con i rappresentanti del Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese e della Fiab di Puglia e Basilicata, invitati dalla Regione a sottoporre un tracciato condiviso da Monte Fellone inagro di Villa Castelli, località in cui termina la strada di servizio che corre lungo il Canale Principale, fino a Santa Maria di Leuca. I tecnici della Regione hanno illustrato i vari passaggi istituzionali che hanno contraddistinto nei mesi scorsi il confronto con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le Regioni Basilicata e Campania e con Acquedotto Pugliese Spa. La Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, com’è noto, è stata inserita tra le quattro ciclovie di priorità nazionale finanziate dalla Legge di Stabilità 2016, un progetto che vede la Regione Puglia capofila nell’attuazione del protocollo d’intesa sottoscritto lo scorso luglio tra le Regioni e i Ministeri dei Trasporti (MIT) e dei Beni culturali (MIBACT) che prevede espressamente il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse nelle diverse fasi. Si tratta di una ciclovia turistica di oltre 500 chilometri che, per la parte pugliese, è già riconosciuta come itinerario n. 11 della rete nazionale Bicitalia. Un itinerario narrativo che ripercorre la storia e insegue le tracce del più grande acquedotto d’Europa, dalle sorgenti di Caposele fino alla cascata monumentale di Santa Maria di Leuca, attraversando Alta Irpinia, Vulture, Alta Murgia, Valle d’Itria, terrad’Arneo e Salento.
L’esigenza prioritaria per la Regione Puglia è ora di definire il tracciato salentino. Dal confine con la Basilicata, in agro di Spinazzola, fino a Monte Fellone esiste già uno studio di fattibilità della Regione del 2008 che dovrà ora diventare progetto di fattibilità tecnico economica, come richiesto dal Ministero. Al primo lotto di 10 chilometri già realizzato in Valle d’Itria nel 2014 si aggiungeranno entro l’anno i 5 chilometri del secondo lotto su cui sono appena partiti i lavori.
Dal termine del Canale Principale fino a Santa Maria di Leuca occorre invece individuare un percorso condiviso e, a tal proposito, Coordinamento dal Basso e Fiab si sono impegnati a fornire la propria proposta, rispetto alla quale già da tempo sono in corso rilievi e iniziative di mappatura partecipata. Il Salento può contare inoltre su due importanti tratti in sede riservata utili allo scopo: la strada di servizio Consorzio di Bonifica dell’Arneo e la pista ciclabile di 38 km che dal serbatoio di San Paolo (Salice Salentino) giunge fino a Galatone lungo la nuova condotta del Sinni, opera di compensazione richiesta dai Comuni attraversati e che AQP dovrà necessariamente ultimare nei mesi successivi. Tratti già segnalati nel 2015 alla Regione dal Coordinamento dal Basso.
L’intento è quello di consentire alla Regione di definire dettagliatamente i contorni del bando per la progettazione. Si è inattesa, infatti, della pubblicazione del decreto interministeriale di ripartizione dei 91 milioni di euro della Legge di Stabilità tra le quattro ciclovie. Da quel momento, le Regioni dovranno procedere in primis alla progettazione e successivamente, in base ai fondi disponibili, alla realizzazione per stralci funzionali della ciclovia turistica.
Si è discusso anche in merito alle modalità di intervento lungo tutto l’itinerario pugliese (incluso quindi il Canale Principale), su cui si vorrebbe convergere verso una soluzione intelligente e conservativa rispetto allo stato attuale della pista, dando priorità agli interventi di messa in sicurezza e inserimento nel paesaggio del percorso. La posizione comune è quella di connettere i vari tratti in sede riservata attraverso strade locali già esistenti, evitando il più possibile consumo di suolo e sfruttando al meglio le risorse disponibili per realizzare l’opera in tempi brevi.
“C’è soddisfazione per il coinvolgimento in questa prima fase di progettazione partecipata”, spiega Cosimo Chiffi, portavoce del Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, “insieme alle Regioni possiamo definire un approccio e un metodo di lavoro aperto alle istanze dei territori che sia d’esempio anche per le altre ciclovie turistiche italiane”. Per Antonio Licciulli del coordinamento Fiab Puglia e Basilicata “è importante che la ciclovia sia intesa e progettata non solo come una pista ciclabile ma piuttosto come un corridoio o Via Verde capace di legare all’insegna del turismo sostenibile e della intermodalità la straordinaria varietà delle risorse naturalistiche, paesaggistiche, storiche, culturali e gastronomiche che la Puglia e il Sud Italia sono capaci di offrire. Una infrastruttura leggera che attraversa e lega paesaggi eterogenei, parchi naturali, parchi archeologici in modo unico e affascinante”.