Salvini in visita a Lecce e la città si spacca in due. Giusto o sbagliato accoglierlo nella nostra terra?
Qualche giorno fa, lunedì 29 per l’esattezza, c’è stata la visita del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini a Lecce per sostenere il candidato del centrodestra come sindaco del capoluogo salentino, Mauro Giliberti. L’incontro con i giornalisti e i visitatori si è tenuto nei pressi del comitato “Noi con Salvini” di viale Leopardi che è stato assediato dalle forze dell’ordine per garantirne il perfetto svolgimento. Durante l’incontro ed il suo intervento, Salvini ha sciolinato tutti i capisaldi della sua propaganda elettorale e del suo credo politico. Ha elencato i problemi del nostro Paese specificando come non ci sia differenza tra Nord e Sud da questo punto di vista e come disoccupazione, insicurezza, un’Europa che massacra, un’immigrazione fuori controllo, da lui ormai rinominata come ‘invasione’, siano problemi comuni di tutti gli italiani, da Padova, a Genova, fino ad arrivare a Lecce.
Sono stati questi i principali argomenti del discorso del segretario della Lega Nord. La sua visita a Lecce, come era facilmente immaginabile, ha scatenato mille polemiche e aperto un dibattito sempre acceso tra chi, ancora pochi, ma sempre più in aumento, non vede nulla di male ad accogliere in una città meridionale il segretario di un partito che all’interno del suo statuto ha ancora la parola ‘secessione’ tra i capisaldi della sua propaganda elettorale e chi, invece, non riesce proprio a tollerare questa presenza e pensa che Lecce non debba essere teatro di visite strumentali. Eppure la gente ad accoglierlo era tanta e gli applausi sono scrosciati al termine dei suoi interventi su cui, non è giusto essere critici a prescindere, ma almeno fare delle giuste considerazioni.
Nell’ultimo periodo si è parlato molto del ‘Twiga’, della scelta di Briatore di ‘andar via’ da Otranto e dal Salento e delle sue critiche più o meno velate alla gente del Salento e alla sua mentalità. Il dibattito è rimasto aperto e il nostro territorio si è spaccato in due, tra chi non voleva avere nulla a che fare con un imprenditore che, a parer loro, avrebbe solo sfruttato le bellezze della nostra terra e del nostro mare per arricchirsi ancora di più, e chi, invece, lo giudicava solo come un’opportunità per la nostra economia ed il nostro turismo. Molto più difficile resta poter dare un giudizio positivo su un personaggio che, fino a qualche anno fa, rilasciava dichiarazioni pubbliche in cui insultava i meridionali (i cori del 2009 contro i napoletani saranno difficili da dimenticare per chi ha un po’ di memoria storica), oppure, solo nel 2013, dichiarava pubblicamente che al Sud i giovani erano scansafatiche e avevano poca voglia di lavorare e quindi, al Nord, non si dovevano preoccupare dell’altissimo tasso di disoccupazione nelle regioni meridionali.
Facile ora fare campagna elettorale e parlare di disoccupazione giovanile al Sud come una vera e propria piaga per il Paese. La propaganda impone di criticare un governo nazionale di un’altra sponda politica e di cercare consensi anche in quella terra per tanto tempo disprezzata e considerata come un tumore per il Paese. I discorsi di Salvini risvegliano la rabbia e fanno leva su un disagio generalizzato che, da Nord a Sud, sta colpendo l’italiano medio che è sempre più portato a guardare con diffidenza ad un centralismo monetario e fiscale (L’Europa e la Merkel) o al ‘diverso’ che tenendo fede alle parole di Salvini ‘invade’ il nostro territorio e ‘ci ruba’ il pane ed il lavoro. Il populismo, però, si sa non è mai stata la risposta ai problemi del Paese, soprattutto se strumentalizzato e di facciata.