Lecce, Consiglio Comunale. Il centrodestra non vota, Paola Povero eletta Presidente
Ventuno voti a suo favore, una scheda bianca e dieci non votanti, tutti del centrodestra. È questo il risultato che ha permesso a Paola Povero, esponente del Pd leccese, di essere eletta al terzo scrutinio come presidente del Consiglio Comunale di Lecce nel corso della sessione della riunione di Aula di ieri, la prima dell’era Salvemini cominciata ufficialmente ieri dopo l’elezione a primo cittadino, avvenuta con la vittoria al ballottaggio dello scorso 25 giugno. Gli esponenti del centrodestra, come detto, pur rimanendo in Aula si sono avvalsi della facoltà del non voto, istituto previsto dalla normativa, come ha spiegato proprio l’ex Sindaco Paolo Perrone a cui, da consigliere più suffragato, è toccato il compito di condurre i lavori fino all’elezione del nuovo Presidente. Sono stati eletti come vice della Povero, Marco Nuzzacci e Fabio Valente.
Un elezione a suo modo storica per la città di Lecce perché per la prima volta sarà una donna a ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio Comunale. Ed è proprio questo elemento che il neo Presidente ha voluto rimarcare e lo ha fatto affidando la sua gioia al suo profilo di Facebook, in cui si legge: “Mai una donna aveva ricoperto il ruolo di Presidente del Consiglio comunale nella storia del Comune di Lecce. Anche per questo sono doppiamente emozionata e orgogliosa. Lavorerò, come ho sempre fatto nella mia vita, mettendo al centro l’ascolto, il dialogo e il rispetto reciproco per garantire tutto il Consiglio e i suoi membri. Mi auguro che anche la minoranza inizi a svolgere la sua importante funzione perché è ciò che le leccesi e i leccesi si aspettano. Ora superiamo le divisioni e mettiamoci al lavoro per la città. Facciamolo insieme”.
I lavori del primo Consiglio Comunale sono stati caratterizzati quindi dalla dichiarazione di “non voto” da parte della minoranza di centrodestra, “non per disimpegno o per mancanza di rispetto”, ha chiarito Mauro Giliberti, candidato sindaco della coalizione, ma per la presa di distanza rispetto alla “eccentrica” – come l’ha definita l’ex assessore Gaetano Messuti – decisione della Commissione elettorale di conferire il premio di maggioranza a Salvemini e ai suoi. Una scelta contrastata a suon di ricorsi. Pertanto la dichiarazione di non voto è arrivata non solo in occasione dell’elezione del presidente del Consiglio, ma anche sul primo punto all’ordine del giorno, ovvero la convalida del sindaco e dei consiglieri eletti. Salvemini ne ha “preso atto”, pur evidenziando che non vi sarebbe stata alcuna “incoerenza” tra la volontà di presentare i ricorsi e il voto sulla delibera. E Antonio Rotundo, capogruppo Pd, ha specificato che: “Noi abbiamo il diritto e il dovere di approvare la delibera”, che “legittima anche la vostra presenza in quest’aula”. Una decisione “incomprensibile”, a suo avviso, quella degli “amici” del centrodestra.