Catalogna stato indipendente?
Spagna o Catalogna? E chi lo sa? Anche in Italia ci si schiera. Motivazioni a favore e contro si fronteggiano a viso aperto. Anch’io mi sono posto alcune domande a cui non sono riuscito a dare risposte univoche e che pongo a chi avrà la pazienza di leggere queste mie considerazioni.
La prima è quella sulla parola democrazia tanto urlata dai catalani. E’ democrazia far decidere ad una regione, qual è la Catalogna – fino a prova contraria – a fronte dell’appartenenza ad una nazione come la Spagna? E’ democrazia decidere su una questione di capitale importanza come quella della secessione, spaccando una nazione, la partecipazione al voto del circa 60% degli aventi diritto? E gli altri quaranta non contano? E la nazione tutta non conta? E se a questa prima secessione ne seguissero altre, dove andrebbe a finire la Spagna o – più in generale – una nazione?
Difendere la patria tutta unita è, deve essere, un impegno di tutti i cittadini, a costo, anche, delle propria vita. Ce lo hanno insegnato all’epoca nelle scuole Elementari, ce lo hanno detto le azioni di tanti martiri in tutte le nazioni, ce lo detta la Costituzione che la nazione è una ed indivisibile. Per non dire del poeta risorgimentale: “chi per la patria muor vissuto è assai, chi per la patria muor, non muore mai”. Ho sentito più di qualche voce scandalizzata dall’intervento della Polizia. Confesso che l’ho giustificato. Non parlo della reazione a qualche provocazione. Ma, quale obiettivo volevano raggiungere i catalani che occupavano i seggi, sdraiati, in mezzo ai corridoi, nell’atrio dei seggi? L’ordine dato alla polizia era quello di (tentare) di evitare il voto. I catalani si sono impegnati a prenderli in giro: come a mosca cieca (ma non è una cosa seria, via!). Non si addice ad un ipotetico presidente di una nazione, piuttosto ad un capopopolo. Come quando Grillo, prende in giro i giornalisti. Questa è la sensazione che ho avuto. Così come sono rimasto perplesso, di fronte all’assordante silenzio del re, garante dell’Unità della nazione.
Continuo con le domande. In Italia, la Lega vorrebbe diventare nazione. Salvini scende a Lecce, per l’amore che nutre verso questa città, poi, verso Bari, poi ancora, verso ogni popolo, ma non lo dice. Tant’è che giorno 22 ci sarà il referendum in Lombardia e Veneto sulla richiesta di maggiore autonomia finanziaria. Oddio! E come chiedere ad un dipendente vuoi più soldi in busta paga? Come credete che può rispondere, “no, grazie?”. Ed allora? Sarà una prova per successivi, più importanti e dirompenti referendum, come quello spagnolo? I due, Salvini e il governatore del Veneto, Zaia, si sono precipitati per smentire questa interpretazione (chissà cosa pensa la Meloni!). Noi meridionali creduloni vogliamo crederli. Bene, e se accadesse che, poi, avviassero una successiva prova sulla secessione (Bossi docet), cosa accadrebbe? Manderemmo o no la polizia?. Io penso piuttosto che manderemmo l’esercito. Forse. L’Italia è una, indivisibile. Come la Spagna.