Il senatore Gallo interviene sulla “questione frequenze” delle tv locali
Il Bando, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, relativo all’assegnazione delle frequenze in tecnica digitale terrestre alle emittenti televisive locali della Regione Puglia, sta suscitando forti riserve nel comparto delle aziende televisive locali private della Puglia e promosso un’interrogazione orale urgente ,ex articolo 151 del Regolamento del Senato, al Ministro per lo sviluppo economico Corrado Passera da parte di undici Senatori quasi tutti pugliesi.
Il primo firmatario è il Sen.Cosimo Gallo che dichiara preoccupato che “ il processo di attuazione per il digitale delle frequenze radiotelevisive della Regione Puglia sta producendo, sin da ora, effetti devastanti che potrebbero avere come conseguenza la scomparsa della stragrande maggioranza della televisione locale in ambito provinciale o territoriale”.
“Il Bando in questione – continua il senatore del PDL – mette a disposizione della regione un numero di frequenze pari a 18, che in realtà si riducono a 16 poiché nel 2015 è prevista la riduzione di ulteriori frequenze. Oltre ciò, altri 10 canali saranno sottratti per altri servizi. Inoltre per l’assegnazione delle frequenze, il bando mette a disposizione 45 punti su 100 per chi ha una copertura regionale. Tuttavia lo stesso bando, pur ammettendo una forma di intesa associativa tra più televisioni di diverse province della Puglia, e in considerazione dell’interpretazione che gli uffici ministeriali darebbero al bando, non darebbe la possibilità di sommare il punteggio di ciascuna azienda televisiva, provinciale o territoriale, in un’associazione di intesa, ma il punteggio sarebbe soltanto calcolato per un’azienda capofila, cioè un’azienda provinciale o territoriale, anche se nell’intesa le aziende associate, insieme, coprono gran parte del territorio regionale.”
Per i Senatori firmatari dell’interrogazione “le frequenze programmate per il digitale in Puglia, secondo le interpretazione degli uffici ministeriali, saranno esclusivamente a favore di gruppi televisivi regionali e di altre aziende televisive provenienti da altre regioni che sono presenti con impianti di alta frequenza sul territorio pugliese e dove perlopiù si programmano televendite e messaggi promozionali. Gli elementi di riferimento fino ad oggi presi in considerazione, come a esempio la graduatoria regionale del Corecom , sono stati il numero dei dipendenti e il fatturato delle aziende televisive. Mentre per l’assegnazione delle frequenze regionali, così come stabilito nel bando, diventa determinante la presenza territoriale di una singola azienda con copertura regionale o di quelle aziende che fino alla pubblicazione del bando hanno fatto intese con altre strutture aziendali operando con il passaggio dei canali all’azienda capofila. Circostanza possibile solo per quei pochi che sapevano della interpretazione che si sarebbe data al bando.”
“E’ una situazione di enorme gravità – afferma il Sen.Gallo – che riguarda non solo l’apparato televisivo locale, che ha dato voce in tutti questi anni ai cento campanili d’Italia, ma che, attraverso le norme del bando e le interpretazioni capestro, allo stesso fatto riferimento, impediscono di fatto alla vera tv locale di sopravvivere alla riforma del digitale.”
Per cui i Senatori interroganti hanno chiesto di sapere “se il Ministro intende farsi carico in via urgente di una decisione volta a garantire il pluralismo dell’informazione del quale finora si è fatto carico la tv locale di dimensione provinciale, e se ritiene opportuno, per la certezza del diritto, adottare gli opportuni provvedimenti al fine di consentire, in un’associazione di intesa così come prevista nel bando, la somma dei punteggi di ciascuna azienda televisiva partecipante. Anche in considerazione del fatto che, ove non vi fosse certezza e urgenza, le aziende televisive colpite da questo iniquo trattamento si troveranno costrette ad adire tutte le sedi nazionali ed europee per tutelare la difesa del pluralismo e di una democrazia veramente partecipata e vissuta.”
La Redazione