Oggi a Brindisi un attacco a tutti noi!
“Perché la mafia teme la scuola più della la giustizia, la mafia prospera sull’ignoranza della gente, sulla quale può svolgere opera di intimidazione e di soggezione psicologica : solo così la mafia può prosperare”.
E’ questa la frase che subito m’è venuta davanti agli occhi quando stamattina la notizia del vile attentato alla scuola di Brindisi mi ha fatto balzare dal letto.
Un risveglio amaro, soprattutto per uno studente salentino che, in un’altra parte d’Italia, crede in un’ alternativa alla società del terrore e dell’intimidazione, e guarda alla propria terra come il posto in cui tornare a lavorare per estirpare il pensiero della furbizia, della violenza e del terrore come metodo di tenere le redini della società.
L’elemento più grave è, di certo, l’attacco alla scuola in quanto Istituzione. In quanto luogo dove si sviluppano le coscienze e si formano i nuovi cittadini. Attaccare la scuola significa attaccare la democrazia e le basi della civile convivenza. Le organizzazioni criminali vivono sull’ignoranza della gente, che diventa massa, senza esser critica. Cerca di privare le persone d’una lente di lettura della realtà che le rende le consapevoli e, perciò, pronte a difendersi dall’abuso di chiunque, anche dal potere.
Noi tutti siamo qui oggi più che mai a dire che non ci lasceremo fermare o condizionare da questi gesti. Crediamo e continueremo a credere in una società basata sulla non violenza, democrazia, rispetto del diverso e legalità.
Il pensiero del cordoglio che va per forza a tutte le persone coinvolte da vicino in questa tragedia si deve unire alla voglia di impegnarci, caricarci sulle spalle questa nostra responsabilità ed opporci, con tutte le nostre forze più pulite, a qualsiasi vile tentativo di attacco alla scuola, alla legalità, allo Stato, a tutti noi.
Dario Cannazza