Le mani sulla TAP!
Un corteo pacifico e disciplinato ha sfilato domenica pomeriggio, sul lungomare Matteotti di San Foca. Ragazzi, adulti e anche tante famiglie con bambini, hanno partecipato per ribadire ancora una volta la loro protesta contro la Tap (Trans Adriatic Pipeline).
In questa giornata inizialmente poco assolata, ai primi raggi del sole si è subito dato sfogo alla creatività, alla voglia di stare assieme e di condividere le ragioni per cui bisogna tutelare quel che ancora è un bene comune: il mare, con la forte convinzione che resti tale.
E’ stato bello vedere sfilare assieme ai manifestanti, anche le rappresentanze politiche dei comuni coinvolti, loro malgrado, dal progetto di gasdotto e si auspica che tale partecipazione sia nel tempo sempre così ben compatta e schierata dalla parte dei cittadini, senza tentennamenti.
Moltissime sono state le firme raccolte, sulle 1.800 con esattezza. Sul piazzale del lungo mare è stato allestito un piccolo stand per le adesioni presieduto dai ragazzi no Tap. I lavori sono proseguiti fino a tarda serata in località S. Andrea.
Fortissimo è stato l’impegno profuso da parte di tutti i partecipanti, dove ognuno ha collaborato per rendere questa giornata ricca di idee e “risposte creative”: striscioni dalle scritte vivaci; gialle bandiere no Tap tese in alto a sventolare; un grande e bellissimo dipinto di arte estemporanea, rappresentante la furia ciclopica delle acque marine e persino un quadretto costruito con i detriti provenienti dal mare. Anche le reti locali (Telerama e Telenorba) hanno immortalato questi momenti e molti sono stati gli intervistati che hanno espresso il loro dissenso e le giuste motivazioni per cui hanno preso parte ad una così importante mobilitazione cittadina.
Nel momento storico che stiamo vivendo, in cui la nostra nazione è più che mai dilaniata dalle tante calamità naturali, tutti noi dobbiamo dunque chiederci i perché di cotanta violenza e tenere bene in mente che i rischi sono prevedibili, le catastrofi no. Nel frattempo si attende la risposta dalla regione.
Olga Nahi
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Deve essere chiaro a tutti: pur riconoscendo l’importanza che il progetto TAP ha per l’intera CE, il Salento non è disposto a ricoprire il ruolo di spettatore passivo dinanzi al deturpamento della sua delicata natura.
Di recente si è costituito il Comitato NO TAP, che ha il pregio di aver iniziato ad informare i Salentini su quanto minacci la loro terra. Come risultato, quella a cui abbiamo assistito il 27 maggio sul lungomare Matteotti di San Foca è stato un primo esempio di protesta organizzata, l’embrione di un movimento spontaneo che prende posizione in difesa dei reali interessi del territorio.
Purtroppo il movimento pare, per il momento, non disporre dell’entusiasmo e del supporto necessari a portare avanti questa “rivolta popolare”. Domenica a S.Foca eravamo 4 gatti (4000 secondo la digos) e, anche se di certo la giornata uggiosa fino a pochi minuti prima e l’abbuffata della domenica hanno contribuito a tenere molta gente ben adesa alle poltrone, siamo sicuri di aver dato la massima diffusione possibile all’evento?
Da quanto ho potuto osservare nei giorni precedenti, l’evento è stato reso pubblico solo su Facebook e tramite il passaparola, senza particolare coinvolgimento delle testate giornalistiche locali (non saprei se le emittenti radiofoniche siano state coinvolte per richiamare l’attenzione, visto che non è mia abitudine ascoltare la radio). Il Comitato ha un “addetto stampa”, che, seppur a titolo gratuito, si assuma il compito di diramare a chi di competenza comunicati e dichiarazioni “ufficiali”? Ci sono tanti i giovani ben disposti ad occuparsi di questo.
Ho grande rispetto per il lavoro che finora è stato fatto, ma sento di poter dire che è ancora poco e che molto altro può essere fatto, soprattutto organizzandoci meglio.
Ed in particolare: è importante che oltre alle comunità direttamente interessate, ed in particolare Melendugno e Acquarica di Lecce, la popolazione Salentina sia stata direttamente coinvolta.
Stamattina, al bar del mio paese nell’entroterra, commentavo il breve articolo uscito sul Quotidiano sulla nostra manifestazione e l’atteggiamento distaccato dei miei amici, mi ha ferito… non è il caso di sensibilizzare anche gli altri comuni (Martano, Castrì, Lequile, Gallipoli, Lecce…) organizzando incontri come quello fatto ad Acquarica? Non sarebbe pratico ai fini della coordinazione e, soprattutto, della comunicazione con i cittadini, incaricare un delegato comunale per ciascun centro? Non dimentichiamo che, pur vivendo a distanze maggiori, ognuno è affettivamente legato alle nostre coste, e l’impatto di quello che vi accade si andrà a ripercuotere (anche economicamente) su tutti.
In tutto ciò, dove sono le istituzioni? Hanno paura di schierarsi o non sono state coinvolte? Nessun gonfalone era presente domenica e, per dare maggior credibilità alla nostra protesta, le rappresentanze locali sarebbero sicuramente più indicate dei gruppi di Anarcoinsurrezionalisti che distribuiscono i loro volantini (liberissimi di farlo e di prendere parte al nostro corteo, ma l’italiano medio e la questura non li vedono di buon’occhio).
Infine: in che misura inoltre sono stati coinvolti gli interessi economici degli operatori turistici? Non credo che la TAP, si concili con il progetto di sviluppo che vede il rilancio del territorio per 12 mesi all’anno.
Ho voluto condividere quanto ho osservato personalmente in questi giorni (SONO CON VOI!), sperando che le mie critiche possano essere di stimolo per una maggiore coesione e collaborazione tra i cittadini: quello che sta succedendo non può sperare in una evoluzione efficace nel raggiungimento degli obiettivi preposti, se tutto si risolve in una cagnara di voci che, seppur concordi, pretendono di essere protagoniste assolute della scena.
Se non vogliamo che la nostra protesta finisca in una bolla di sapone, dobbiamo essere più organizzati e coesi. Quello che abbiamo visto a domenica scorsa a S.Foca è qualcosa di grande, ma ancora molto dobbiamo fare, ognuno di noi attivamente, per salvaguardare il futuro di questa terra.