“VIA” il gasdotto dal Salento
Finalmente arrivano i primi risultati ufficiali della lunga e difficile lotta contro il progetto di gasdotto presentato da Tap (Trans Adriatic Pipeline). Il Comitato No Tap e l’Associazione Tramontata di Melendugno da sempre protagonisti attivi di questa vicenda, assaporano il gusto di una prima vittoria e ringraziano i 5.000 cittadini e i Comuni che li hanno sostenuti.
Il Comitato VIA della Regione Puglia, nella giornata di ieri ha dato parere negativo nella procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. Varie sono state le motivazioni presentate riguardo le criticità del progetto e la conseguente minaccia ambientale. Tra le tante si annoverano le stesse espresse in tempi ancora lontani dall’Associazione Tramontana e che non giustificano la presunta e indispensabile realizzazione dell’opera per l’economia del nostro territorio.
Anzitutto la scelta di costruire un’opera industriale per niente congeniale alle caratteristiche del territorio. Non esiste storico che giustifichi la presenza di un’ infrastruttura di tale portata in aree a vocazione prettamente turistica, generalmente tali opere vengono realizzate in zone fortemente antropizzate e industrializzate, mentre in altri casi sono funzionali alla riqualificazione di vecchie aree industriali.
Altra questione è la decisione di realizzare un micro tunnel, con trivellazione orizzontale, a 27 metri di profondità e ad 800 metri dalla costa. Una tecnica altamente sperimentale che per ammissione della stessa società Tap fino ad ora non conosce alcuna applicazione.
Altrettanto preoccupante è il terminale di misura fiscale e depressurizzazione del gas (PRT) situato a 400 metri dall’ecomuseo di Acquarica e a 700 metri dal centro abitato. Si tratta dunque di un’installazione industriale con un’estensione di 9 ettari e 16 di asservimento e che dovrebbe trattare 20 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Tramontana ha fatto notare quanto alta sia la plausibile pericolosità: una tale struttura ha delle emissioni considerevoli, dovute al fatto che il gas per scendere a 150 at a 75 at della rete nazionale, deve essere scaldato con potenza termica di 8,6 Mw termici. L’equivalente di una piccola centrale turbogas.
La realizzazione non vede protagonista il solo consorzio Tap, altra problematica sollevata riguarda il tratto di zona interessato all’allaccio alla rete nazionale in località Mesagne, non specificato nel piano della ben nota Tap perché di competenza di un’altra società; la SNAM rete gas la quale non ha ancora fornito le specifiche di alcun progetto ed è chiaro che tale opera, attraverserebbe in due il Salento danneggiando un ben più vasto territorio.
Ma non sono le sole problematiche tecniche a destare preoccupanti interrogativi, per stessa ammissione della società Tap, la zona di mare interessata al progetto, pur non essendo censita come zona Sic (sito di interesse comunitario), presenta delle importanti praterie di posidonie oceaniche, piante acquatiche protette e che esercitano una notevole azione nella protezione dall’erosione della costa. Infine il Comitato VIA ha valutato lacunosa e poco chiara la documentazione riguardo l’impatto ambientale sull’Oasi naturale delle Cesine. Persino il Ministero dell’Ambiente aveva chiesto di integrare la documentazione e di espandere l’area di studio (che per la Società era su 1 Km) a 5 Km dall’approdo.
Olga Nahi