Festa te lu mieru: il giorno dopo
La riflessione del direttore Fernando Durante.
Sono stato alla Festa de lu Mieru a Carpignano. Ora, a parte la considerazione che ci vorrebbe la pubblicizzazione del prodotto locale per questo tipo di manifestazioni, mi chiedo dov’è più il vino del paese. Mieru era sinonimo di Carpignano.
Dov’è quel nettare che fece nascere quel connubio? Ormai quella pregiata vigna di Pasulu non esiste più e lo sanno tutti, “l’hannu fatta a sordi, anzi a euro”.
Il vino distribuito nel corso della serata era – comunque – buono, per chi da intenditore come me è vicino allo zero, (ma lo dicono anche altri- questi si- degustatori). Ma era sul prodotto di quel sito che era nato l’idillio.
Quelle feste contadine, nate spontaneamente nel corso di una conviviale serata in compagnia di Eugenio Barba nel settembre del 1974, che aveva trasferito a Carpignano il suo Odin Theatre coniugandolo con il paese, è solo un ricordo.
Non poteva continuare in quel modo com’era nato? Con le case che si aprivano al visitatore: una frisa accompagnata dal mieru non mancava mai. Con il vino che si offriva a “vucale”.
Con gente che la mattina successiva alla festa dormiva ancora per strada. Ricordi e rimpianti. Ora è un momento commerciale. Che gli esercizi attendono, giustamente, ogni anno per incassare qualche euro in più con l’arrivo di migliaia di visitatori. Poi, tutto diviene ampiamente visto e rivisto: si mangia. Amen.
Fernando Durante
ho lavorato molti anni a carpignano , proprio nel periodo più bello della festa, quando i negozianti mettevano a disposizione i locali per le serate per contribuire al cucinare e alle degustazioni era un paese in festa ….
ma ricordo anche un’altra cosa che mi esaltava di quella festa, non c’era pizzica o per lo meno era poca si chiamavano gruppi italiani tipo africa unite, fratelli di soledad ..insomma un’altro mondo, poi si aspettava l’accensione del piccola “focara” in centro al paese … che ricordi che rimpianti … mi vien da pensare che il business la vince sempre … pace