Lettera aperta di Fernando Durante a Sofia Tzolaki
Sofia Tzolaki non c’è più. Ti ho conosciuta da pittrice, sei diventata subito amica.
Ma questo era un sentimento che stabilivi con tutti coloro che ti conoscevano dalla prima volta. Quando ti ho detto il motivo che mi aveva spinto a cercarti ti sei scoperta conosciuta e popolare.
Era la gente, i tuoi colleghi, che mi avevano suggerito di venirti a trovare per scoprire la tua arte, la tua anima. Il periodico martanese, Corte Grande, ha – fra le tante rubriche- “Pennelli e Scalpelli”, in cui si presentano i vari artisti locali.
Tu sei diventata una di loro, almeno così ti ha considerata la gente. E, quando ti ho rintracciata mi sono reso conto di avere a che fare con una persona speciale. Una che si donava alla gente. Senza infingimenti, senza nascondere nulla di se stessa. Mi raccontasti della tua vita, ricordi? Dei tuoi due figli. Di quel marito che ti aveva fatta appassionare alla pittura ed alla creta, perdendoti poi, sulla strada dell’arte.
Parlare con te di questo voleva dire essere trascinati in un turbinio di sensazioni, divenivi un fiume in pena, un vulcano acceso che eruttava idee e sentimenti. Mi chiedevi molto spesso consigli, come se io fossi in grado di darteli. Ti fidavi ciecamente di me, come immagino lo facessi anche con altri. Fino a quando, un giorno, mi chiedesti come fare per diventare ufficialmente cittadina di Martano, perché molte delle tue idee non potevano essere realizzate a causa di altra cittadinanza. Fino a quel momento eri considerata “clandestina”. Non so se hai fatto in tempo a realizzare questo tuo desiderio.
Fabio Tarantino mi ha riferito che mi cercavi. Non ho fatto in tempo neanche a rivederti e mi porterò dietro questo grande dispiacere. Per te, vivere a Martano, era stata una scelta di vita. Era stata una visita con alcuni amici leccesi a farti conoscere il paese ed farti innamorare. Decidesti che quella sarebbe stata la tua patria. Stavi bene da noi, ti sentivi una di noi. Bastava vederti in giro per le strade. Bastava guardare come la gente ti salutava.
La manifestazione “Cortili aperti” sembrava essere stata fatta apposta per te. Tu aprivi la tua casa, la tua genialità, il tuo tutto, aspettavi gente. Era la tua festa. Mi dicevi sempre: “io ho questo, poco o molto che sia, lo dono con il cuore”. Ho voluto incontrare le tue vicine di casa, Daniela e Silvana, per farmi partecipe della vostra vita in comune. Ed è stato un coro di rimpianti, di teneri ricordi. Hanno deciso di ricordarti con una messa. Sarà per sabato prossimo alle ore 9 nella chiesa Madre. Ci sarà un libro su cui i tuoi numerosi amici potranno scriverti un ultimo pensiero. Ora non ci sei più.
Te ne sei andata senza più far ritorno, nonostante la promessa che avevi fatto alle tue amiche/vicine di casa. Non ti dimenticheranno. Non ti dimenticheremo.
Ecco, cara Sofia, ho voluto ricordarti come donna, soprattutto. Spero di esserci riuscito, cara- sfortunata- amica mia.
Fernando Durante