Soleto: muore durante la partita di calcio
Alessio Miceli, 34 anni, ha smesso di correre con la maglia della sua città natale.
Alessio Miceli è deceduto davanti al suo pubblico, sul campo di calcio del suo paese, Soleto, sotto gli occhi increduli del fratello Gabriele- 28 anni- che giocava nella stessa partita, a pochi passi da lui.
Una vera e propria tragedia consumata per quella innata passione che accomunava tutta la famiglia- il padre Antonio compreso- e che lo aveva portato a calcare il terreno di gioco di mezza provincia. Aveva cominciato a giocare con il Galatina, nelle giovanili; era passato al San Cesario, poi allo Sternatia, quando questa militava in Promozione; nella stesa categoria con il Martano, dove vi era rimasto per diverse annate.
La carriera militare, poi, lo aveva tenuto lontano dal paese e dai campi di gioco amici. Era diventato maresciallo dell’Aereonautica militare, la sua attività lavorativa, il suo domani. Ora prestava servizio presso il decimo reparto manutenzione veicoli nel campo di volo di Galatina. Lavoro che gli permetteva- comunque- di frequentare i campi di calcio. Dopo le numerose esperienze in altre formazioni della provincia era tornato nuovamente a giocare per la squadra del suo paese.
Per l’esperienza maturata era considerato la chioccia dei numerosi giovani in squadra. Li guidava in campo. Giocava, in sostanza, solo per il gusto di rincorrere quella sfera di cuoio. Anche il fratello, Gabriele, nonostante l’impegno universitario (è laureato e giornalista pubblicista), riusciva sempre a ritagliarsi quel tempo necessario per andare al campo. La tragedia si è consumata a pochi passi da lui. Un momento che ai molti presenti ha riportato alla mente l’analogo tragico momento vissuto davanti alle immagini televisive del dramma vissuto da Morosini, giocatore del Livorno.
Anche lui- come il povero Alessio- si accasciò al suolo, quando il gioco era lontano. La notizia uscita dal campo si è diffusa in un attimo. Tutti i ragazzi del paese, anche quelli lontani dal calcio, si sono ritrovati a stringersi intorno alla famiglia, a scoprirsi deboli, davanti a simili tragedie. “Aneurisma”, è stata la prima causa ipotizzata di morte. L’infarto non avrebbe retto alla tesi secondo cui, periodicamente, un militare sarebbe sottoposto a visite specialistiche e scrupolose: si sarebbe scoperto qualche limite alle attività sportive, si sostiene. I sanitari del nosocomio hanno, genericamente, parlato di arresto cardiocircolatorio. Mezzo paese si è precipitato in Ospedale, a Galatina, dove il povero Alessio è arrivato già cadavere. L’ambulanza del 118 è arrivata sul campo dopo pochi minuti dalla chiamata. Ma tutti i tentativi di riportare in vita il giocatore sono stati vani. In paese non c’è più un giovane in giro, nonostante il giorno di festa. Nella casa di via Como dove abitava Alessio la gente si aggira senza meta, di fronte alla porta chiusa. Sono tutti presso la camera mortuaria dell’ospedale. La sua è una famiglia molto nota. Padre, Antonio, e madre- Vera- fanno parte di numerose associazioni di volontariato, sono componenti del coro della parrocchia, . La ferale notizia ha raggiunto anche i numerosi campi di calcio della provincia dov’era conosciutissimo, proprio nei momenti in cui terminavano le fatiche delle partite. In particolare a Martano, squadra in cui aveva militato per anni, con i ragazzi ancora sotto le docce, la notizia ha lasciato increduli, il silenzio ha invaso lo spogliatoio. “La tua stella Alessio continua a brillare nel cielo lassù e guida il cammino dei tuoi cari quaggiù”, spera la nota diffusa dalla società martanese. Dalla dirigenza soletana non una parola, solo lacrime. Se non vi sarà alcun ostacolo burocratico, il rito funebre verrà celebrato questo pomeriggio alle ore 15.
Il dolore del sindaco e quello della società.
La voce bassa, emozionata, del sindaco, Elio Serra, di ritorno dall’Ospedale di Galatina, esprime tutto il dolore del paese. ” Sono appena tornato dalla camera mortuaria dell’Ospedale”, l’emozione lo ferma un attimo. Poi, continua,”è una tragedia immane, incredibile e vera, è difficile ma dobbiamo riprenderci. Tutta la gioventù del paese è lì. Stretta in un silenzio surreale, un’atmosfera che è calata come una cappa su tutta la comunità dal momento in cui si è diffusa la notizia”, commenta. Racconta che tutta la cittadina si è fermata in uno stato di incredulità, “straziata da una notizia che segnerà per la vita tutta una famiglia, tutta la nostra società al ricordo di un giovane atleta che appariva sano e pieno di vita”. Soleto è un piccolo paese dove ci si conosce tutti. Alessio faceva parte di quella gioventù solare, “capace di trasmettere valori veri, sincero, solidale, era uno della famiglia soletana”, non va più avanti Serra. C’era in lui anche quell’allegria e spensieratezza che lo legava ad un mondo giovanile che non aveva alcuna intenzione di lasciare: voleva rimanervi vicino. Quel mondo del calcio che ora piange l’atleta e l’uomo, che piange l’amico.
Fernando Durante