Elezioni: la grande illusione
Non ho dormito tutta la notte. La sconfitta è stata bruciante. Mi sono illuso che- alla fine- i buoni italiani si sarebbero svegliati dal letargo ed avrebbero abbandonato imbonitori e illusionisti per dare il voto al realismo del centrosinistra. Serio, duro, per quanto vogliamo, ma reale. Non è stato così, purtroppo. Da inguaribile ottimista io credo sempre in un futuro migliore ed in una sinistra moderna che non rincorra i sogni di altri.
Oggi- però- ci troviamo in una situazione di ingovernabilità preoccupante. Peraltro, di senno del poi sono piene le fosse e, noi di quella perenne sinistra perdente, abbiamo molto spesso parlato con quel senno. Io non faccio parte di quella schiera, però. A cosa addebito la sconfitta. Prima di tutto al decadimento di valori di cui la sinistra era depositaria. In primis, quel senso dell’onestà, della correttezza istituzionale che era nel nostro dna, del rispetto. Sono valori vecchi? E’ possibile, io mi ci sono affezionato.
Peraltro, quel “Tutti a casa” gridato da Grillo ha poggiato la protesta proprio questi esempi deviati per sollevare la rivolta popolare. Tutti quei soldi che intascano i nostri politici gridano vendetta. La votazione in Parlamento contro le pensioni di parlamentari per pochi giorni e l’abbattimento del vitalizio è stata bocciata con la maggioranza quasi assoluta. Ed allora! Possiamo fare le analisi più approfondite del mondo se vogliamo.
Ma quando un operaio perde il posto di lavoro e non trova risposte dalla politica per far vivere dignitosamente la propria famiglia, hai voglia a fare analisi. Guarda a quei parlamentari che percepiscono quella ingiustificata, quanto esagerata, remunerazione, “non facendo nulla”, secondo la volgata generale. Neanche questo è vero, ma non giustifica tale gratificazione. Ed i nostri? Hanno bocciato la proposta, si sono allineati. Pecunia non olet, dicevano i latini.
Ora, se un Grillo qualsiasi promette l’abbattimento di quei costi, se promette il ridimensionamento delle retribuzioni, il controllo delle spese, ma si- la gente lo vota. E sia se la borsa crolla, se lo spred vola, si vota chi vende fumo: speranza. Io penso che la popolazione- alla fine- faccia i conti con questa dura realtà. Problemi seri per chi stenta di sbarcare il lunario. Da noi i furti in questo periodo sono aumentati in misura esponenziale. Si ruba con la gente in casa per niente, rischiando la galera. La fame incalza. E, non ruba solo chi è nato ladro. Non è possibile con queste percentuali. Ruba anche chi ha famiglia. A Carpignano, la settimana scorsa, i ladri non hanno trovato altro ed hanno rubato una lattina di cinque litri di olio. Siamo alla fame.
Eppure, alla faccia di tutti, ci sono alcuni nostri politici nazionali che investono da noi fior di milioni di euro per villaggi vacanza, attraverso prestanome. Il loro- di nome- non deve apparire. E perché? C’è qualcosa da nascondere? Ora, che lo si pubblicizzi o no, la gente sa chi è. Alla faccia del momento di crisi. Ecco, caro Enrico, io penso che su questo si è miseramente perduto. A maggior ragione al nord Italia. Posti in cui la popolazione è abituata a vivere molto meglio che da noi e che ora soffre. Arrivare a votare per un venditore di fumo è la conclusione a cui si arriva facilmente. La gente, e torno a bomba, non riesce a fare analisi sulle motivazione della perdita di consensi, vuole vivere con dignità. E’ stato sempre il cavallo di battaglia della sinistra che ora ha perduto per strada. Mi spiace, lo abbiamo voluto noi.
Fernando Durante
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