Serrano: Schito si dimette per la chiusura dell’ufficio postale
L’Ufficio postale di Serrano, frazione di Carpignano Salentino, rimane chiuso ed il consigliere di opposizione, Giulio Schito del Movimento “La Puglia per Vendola”, si dimette ed accusa maggioranza ed opposizione di inerzia nel mettere in cantiere azioni destinate a costringere l’Ente Poste a far marcia indietro sulla decisione. Nel corso di un Consiglio comunale monotematico, tenutosi presso la sede della Pro- Loco serranese, le due componenti dell’assise si sarebbero rassegnate ed arrese di fronte allo stato dei fatti e- perciò- “deciso di non attuare alcuna forma di protesta contro le Poste”. La maggioranza si sarebbe dimostrata “lenta, inefficace ed inconcludente”. L’opposizione- invece- “non ha saputo o voluto evitare che la situazione degenerasse fino a questo punto, che par di capire, sia di non ritorno”. Ma, il dimissionario sostiene che, per avere l’effetto sperato, le dimissioni sarebbero dovute essere dell’intero Consiglio comunale. Solo in quel caso, è la certezza di Schito, il Prefetto sarebbe stato costretto ad intervenire, “quanto meno, per prendere in considerazione il nostro problema”.
Invece, “l’attaccamento alla poltrona da parte del sindaco- Roberto Isola- e della sua maggioranza, nonché dell’opposizione di Progetto Democratico, ha avuto la meglio rispetto alle attese della popolazione”. Un attacco duro che ipotizza, persino, che la decisione consigliare rappresenti la “rivalsa” del capogruppo di opposizione “Progetto Democratico”, Cosimo Marocco verso il paese, da addebitare al non “esaltante risultato elettorale del Pd ”. Infine, la “Puglia per Vendola” garantisce- comunque- che la battaglia per la riapertura dell’Ufficio postale a Serrano continua, anche senza l’appoggio della maggioranza e dell’opposizione.
Resta inspiegabile ai più il fatto che le Poste utilizzino due pesi e due misure per la chiusura degli uffici nelle frazioni. Solo pochi, infatti, risulterebbero quelli chiusi. Il chiedersi perché si verifichino tali comportamenti è domanda lecita. In presenza- peraltro- di situazioni pressoché analoghe.
Forse, è il sospetto di molti, le Poste chiederebbero una contropartita per mantenere aperto un posto che- teoricamente- potrebbe essere chiuso. A nostra conoscenza, per onor di cronaca, sarebbero stati avviati numerosi tentativi di riapertura, quanto meno parziale, a giorni alterni, ma non ci sarebbe stato nulla da fare: le Poste sarebbero state irremovibili. A pagare- però- sono sempre i soliti noti: anziani, famiglie ed indigenti.
Fernando Durante