Tap: a chi giova la deroga all’acceso ai terzi concessa dall’autorità per l’energia?
Ora siamo ufficialmente fuori dal gas azzero! British Petroleum, Socar, Total e Fluxys entrano nella Tap. L’Italia rischia l’umiliazione energetica. L’acquisizione di nuovi soci alimenta le indiscrezioni legate al possibile prolungamento del Gasdotto Trans Adriatico dall’Italia alla Gran Bretagna. L’Europa resta divisa e l’Italia rischia di rimanere fortemente declassata. Tutto come previsto: un progetto energetico destinato a favorire l’Italia che si allontana sempre più dal Belpaese.
Nella giornata di martedì, 30 Luglio, il colosso energetico britannico British Petroleum, quello azero SOCAR, la compagnia francese Total e la belga Fluxys hanno acquisito quote del Gasdotto Trans Adriatico -TAP- concepito per veicolare in Europa 10 Miliardi di metri cubi di gas dell’Azerbaijan all’anno.
Come riportato da una nota ufficiale, le compagnie hanno esercitato il diritto di prelazione accordato nel Gennaio 2013 in sede di progettazione del gasdotto e, ora, sono pari soci nella TAP delle compagnie che, fin dall’inizio, hanno supportato economicamente il progetto: il colosso norvegese Statoil, la compagnia tedesca E.On, e la svizzera AXPO.
Nello specifico, con l’ingresso dei nuovi soci, il Gasdotto Trans Adriatico è così compartecipato: British Petroleum, Statoil e SOCAR hanno il 20% delle quote del gasdotto, la Fluxys il 16%, la Total il 10%, la E.On il 9%, mentre l’axpo il 4%. La nuova composizione dei soci della TAP cambia anche i rapporti di forza interni al Gasdotto Trans Adriatico, con una forte presenza della componente britannica, belga ed azera a discapito di quella svizzera.
Questa decisione alimenta le indiscrezioni secondo cui la TAP, che inizialmente è stata progettata per veicolare il gas azero in Italia dal confine tra Grecia e Turchia attraverso l’Albania, sarà prolungata per rifornire i mercati energetici dell’europa Nord-Occidentale. La British Petroleum vede nel gas dell’Azerbaijan una possibilità per diversificare le fonti di approvvigionamento della Gran Bretagna, mentre la Fluxys possiede il controllo diretto dei gasdotti tra Svizzera, Germania, Belgio e Paesi Bassi. La SOCAR inoltre, con un presunto accordo con i russi, concepisce l’Europa Occidentale come il proprio mercato europeo del gas di influenza, lasciando l’Europa Centro Orientale pieno appannaggio energetico della Russia.
Il prolungamento della TAP, oltre a dividere ed indebolire l’Europa, provoca ripercussioni all’Italia, che, finora, è stata concepita come il mercato di sbocco del gas azero. Vigilare e risarcire. Se prolungata, la TAP declasserebbe l’Italia a mero Paese di transito del gas azero, senza che il Belpaese abbia negoziato alcuna clausola contrattuale per veicolare l’oro blu dell’Azerbaijan attraverso il territorio, come invece hanno fatto Grecia ed Albania. Per questa ragione, è opportuno che il Governo Italiano vigili sulla questione e, in caso di prolungamento della TAP, negozi al più presto un accordo per l’ottenimento dei diritti di transito del gas azero in Europa Nordoccidentale come ricompensa per la perdita dello status di Paese di approdo dell’oro blu dell’Azerbaijan.
Comitato No Tap