Ad Acquarica del Capo presentazione del libro “Sunetti senza frenu” di Giancarlo Colella
Lunedì 24 luglio ad Acquarica del Capo (Le) il Castello Medievale (ore 21.00 – ingresso libero) ospiterà la prima presentazione del volume “Sunetti senza frenu” di Giancarlo Colella, una raccolta di sonetti illustrati da Enzo Ferramosca edito da Kurumuny. Con l’autore interverranno Fernando D’Aprile, direttore di Piazza Salento, Maria Rosaria De Lumè, curatrice del volume, Aldo D’Antico, promotore culturale e Enzo Ferramosca, illustratore. Coordina la serata Ciccillo Pedaci
Il libro è una raccolta di sonetti d’ispirazione popolaresca senza filtri, priva di qualsiasi mediazione culturale, la cui cifra connotativa è l’irriverenza. Si tratta di sonetti che guardano a un mondo che dovrebbe avere come componente indispensabile la perfezione e che invece alla resa di fatti si dimostra corrotto e deprecabile. È il mondo cattolico, dei suoi ministri non propriamente “degni”, dei credenti superficiali, delle contraddizioni tra la purezza di un messaggio e la realtà quotidiana dei comportamenti.
Se la prima parte della raccolta è dedicata al mondo ecclesiastico e religioso, la seconda vede in primo piano i problemi contemporanei, (no alle trivelle nel mare Adriatico, il flagello della Xylella, la crisi dei vecchi mestieri come quello del sarto) e perle di saggezza popolare «a ci fatica na sarda a ci nu fatica ddoi».
Gli ultimi sonetti mostrano il volto che Colella aveva celato dietro la battuta tagliente e la palese indignazione verso i problemi politici e sociali: ed ecco spunti di lirismo che nascono da ricordi familiari, dall’amore per la sua terra, dalla riflessione sul passaggio del tempo. L’abbandono dei temi forti rende il dialetto più dolce, affiorano toni intimistici di cui Colella sembra aver pudore.
Non vi è nell’autore volontà razionale di fissare i pensieri in versi. La poesia di Colella è qualcosa di spontaneo che obbedisce a una sorta d’istinto naturale che traduce in versi i pensieri, le insofferenze, la condanna di un mondo che non condivide e la nostalgia, invece, per uno migliore. Solo a tratti, e alla fine di questa raccolta, si coglie la vena lirica dettata dagli affetti familiari, dall’amore per la sua terra e per la musica, la pizzica-pizzica, che ne costituisce la colonna sonora.
I componimenti sono in dialetto che per l’autore non è semplicemente una lingua, ma una cultura, un modo di concepire la vita stessa. L’ispirazione prettamente popolare, che non ha connotazioni né negative e nemmeno minoritarie, di seconda classe, implica da parte di Giancarlo Colella una condivisione e appartenenza a un territorio e a un popolo.