Appello all’assessore Chiriatti: “Fermati con i tagli o dimettiti!”
Non omnes arbusta iuvant humilesque Myricae (Virgilio) …. Non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici.
A Giovanni Pascoli si, tanto che, ispirato dal poeta latino, intitolò una raccolta di poesie “Myricae”, ossia “tamerici”; anche al Vate G. D’Annunzio dovettero piacere, visto che ne conservò le suggestioni nella sua celeberrima “La pioggia nel pineto”: piove sulle tamerici salmastre ed arse.
Le umili tamerici hanno, dunque, ispirato i poeti; forse perché, apparentemente fragili, sono capaci di sopravvivere negli ambienti più ostili, senza bisogno delle cure e delle attenzioni dell’uomo che, tuttavia, può godere della loro ombra.
Martano, evidentemente, ormai è un ambiente troppo ostile anche per le povere tamerici che, impotenti alla sega dell’Assessore al Verde Pubblico Vito Chiriatti, sono state impietosamente recise.
Spero che almeno dai nostri studenti e professori, testimoni silenti del taglio delle tamerici che da anni guidavano i loro passi fino all’ingresso della scuola, si innalzi una vibrante voce di protesta contro il taglio indiscriminato ed ingiustificato di piante ed essenze nella nostra cittadina.
Dopo i tigli (Via dei Mille) e le tamerici (Piazza Gramsci) ora è il turno delle querce, dei lecci dinanzi al Municipio (Piazzetta Matteotti). La loro colpa è quella di oscurare la facciata della Casa Comunale. Anche qui la storia, la tradizione, la tipicità dei nostri luoghi sono calpestate dalla assoluta mancanza di sensibilità ambientale e dalla incultura di un’Amministrazione che crea ad arte falsi problemi per soddisfare clientele e sogni di vanagloria. Basterebbe potarli, senza accampare poco credibili scuse sugli eccessivi costi di manutenzione: questi problemi, quando si tratta di costruire nuove fontane, l’Amministrazione Comunale ha dimostrato di non porseli minimamente.
Dispiace che pure le Istituzioni preposte al controllo del nostro patrimonio storico, architettonico, paesaggistico, sempre molto rigorose quando si tratta di autorizzare privati ad intervenire su edifici storici privati, diventino improvvisamente cieche e mute quando si tratta di esprimersi su progetti pubblici e finiscano per tollerare l’espianto di querce ormai pluridecennali, suggerendo l’impianto di melograni e/o aranci amari.
Per esprimere un siffatto parere il funzionario della Sovrintendenza di Lecce ha dovuto stravolgere, a distanza di pochi mesi, un precedente parere espresso da un suo collega che vietava categoricamente di toccare i nostri Lecci.
Sarei curioso di conoscere il motivo di un siffatto repentino cambiamento di idea della Sovrintendenza in ordine agli alberi di leccio. Dal parere non è dato in alcun modo saperlo. Né ad una richiesta specifica di chiarimenti da parte di tutta l’opposizione la Sovrintendenza ha ritenuto di rispondere.
Il silenzio delle Istituzioni nuoce alla trasparenza ed alimenta sospetti che avvelenano la democrazia.
All’Assessore Vito Chiriatti che immagino non aspiri ad essere ricordato come un novello Attila, terrore degli alberi più che dell’erba, chiedo un sussulto di dignità riacquistando consapevolezza del ruolo affidatogli: si opponga al taglio dei lecci o alla loro rimozione; altrimenti, si dimetta, non avallando lo scempio.
Farebbe migliore figura, anche agli occhi dei posteri.
Marco Castelluzzo
Capogruppo Consiliare di Martano
“Una città in comune”
A chi giova (economicamente) il taglio, l’eradicamento, il ripristino del marciapiede e la ripiantumazione????????