Borgagne – La storia che cambia la storia
LA CRIPTA BASILIANA DI BORGAGNE
L’articolo a firma di Alberto Rescio, dottorando in storia moderna presso l’Università del Salento e studioso della storia di Borgagne, pubblicato sull’edizione online di questo giornale, riportava le testimonianze storiche di una possibile presenza sotto piazza Sant’Antonio di una cripta basiliana. Interrotta all’epoca dei lavori della costruzione della stessa e mai riportata alla luce, è una delle numerose testimonianze, tutte in stato di evidente abbandono, delle radici greche della nostra comunità e che potrebbe retrodatarne la nascita.
Si è sempre saputo, infatti, della presenza di una cripta, non solo grazie alla memoria orale dei nonni, ma anche per la testimonianza del De Giorgi nei suoi “Bozzetti di viaggio”. Avendo, però, deciso di ignorare tale bene per motivi di opportunità politica, dal 1860 ad oggi, la sua presenza è stata solo una bella favola da raccontare ai nipotini, se non fosse per e dalla rinata coscienza sociale di alcuni borgagnesi, che si sono interessati in vari tempi e in vari modi alla questione.
Il risultato è stato il blocco dei lavori di rifacimento della piazza principale, voluto dalla soprintendenza, e l’avviamento di indagini, condotte da esperti, per mezzo di un georadar, che hanno permesso di individuare un’area accanto al sagrato della chiesa madre, in cui si è rilevata la presenza di una cavità e per cui la soprintendenza ha disposto la delimitazione dell’area e ha stanziato del denaro per un primo scavo di un metro e mezzo di profondità. Certo è che per sapere quanto ci può essere sotto la superficie, bisognerebbe fare uno scavo di almeno quattro metri, ma sarà poi compito dell’Amministrazione individuare e valutare se ci sono i mezzi per fare tutto ciò.
Infondate e denigratorie voci di piazza, che senza alcun titolo e in barba agli esperti hanno dato vita ad un mobbing collettivo nel paese nei confronti di chi veniva visto come il responsabile del blocco dei lavori della piazza, hanno alimentato le conversazioni per alcune settimane.
Vari articoli su altrettante testate sono stati scritti a partire da quello di Alberto Rescio, che ha reso in realtà un servizio importante alla comunità, come lo stesso Paul Arthur, archeologo e docente dell’Università del Salento, che ha all’attivo tra l’altro importanti scoperte nel parco archeologico di Apigliano, ha tenuto a sottolineare.
La storia odierna della cripta basiliana segna un nuovo corso per la vita socio-politica borgagnese, poiché testimonia l’interesse di una componente importante della cittadinanza, che va oltre e non può essere inscritta nella mera logica di partito, con cui le istituzioni devono confrontarsi.
In attesa di risposte che solo degli scavi archeologici potranno dare, la tutela dei beni storici di Borgagne può essere assicurata solo dall’attenzione politica, catalizzata magari dall’attivismo cittadino.
Palmina Surdo