Borgagne – Sfregio alla tela di Cristo Misericordioso
Uno sfregio alla comunità. Tale viene stato considerato quel taglio sulla tela che raffigura Cristo Misericordioso, con allo sfondo la cittadina, dono di una famiglia del luogo al popolo di Borgagne, opera di Mimmo Peccarrisi, in occasione dell’anno della Misericordia.
“Inspiegabile ed incomprensibile” definisce il gesto l’amareggiato parroco del borgo, frazione di Melendugno, don Elio Quarta. Che racconta: “avevo momentaneamente esposto la donazione presso la cappella della Madonna del Carmine, posandola su un cavalletto alla vista dei fedeli, in attesa del nulla osta da parte della curia all’esposizione nella chiesa Matrice, intitolata alla presentazione del Signore”. Una decisione che voleva essere di preparazione alla più ufficiale cerimonia di allocazione della tela nella Matrice.
Un fedele del luogo disponibile apre ogni mattina la cappella intorno alle ore 8, fino a mezzogiorno. La gente è abituata a fermarsi un attimo per pregare. Sabato mattina, come ogni giorno,l’uomo ha aperto al culto la chiesetta. Poi, si è allontanato per qualche ora per fare la spesa giornaliera. Al ritorno si è accorto del taglio inferto sulla tela, dal basso verso l’alto; uno squarcio, un gesto inconsulto. Lo sconcerto è stato grande. Così come lo è stato per il parroco e per l’intera cittadina. Don Elio ha chiamato i Carabinieri della stazione di Melendugno, di cui il paese è frazione, che hanno effettuato un sopralluogo ed ha denunciato il fatto.
Quando, come e perché sia accaduto è un grande mistero. La gente si interroga, così come si interroga lo stesso prete: una ragazzata? Un dispetto provocato dall’invidia, nei paesi piccoli è possibile, verso la donazione di una famiglia non gradita da qualcuno? Quest’ultima ipotesi viene escluso dai più: ”è una famiglia per bene quella che ha regalato il quadro, che vive profondamente la religione, se lo ha fatto è per il piacere di donare“. Il parroco aggiunge che, “personalmente devo escludere di avere nemici in paese per cui immaginare un dispetto diretto alla mia persona, né situazioni per giustificare un’azione del genere”, dichiara don Elio. Il mistero resta.