Buon Natale 2011 Nonostante tutto
È arrivato anche quest’anno il Santo Natale. Un evento che comunque arriva, anche in un momento come questo che molta gente vive con estrema difficoltà. In sostanza, ci sarebbe poco da festeggiare, ma tant’è. Non c’è lavoro, i soldi sono pochi, per molti, e sono tanti, per pochi. Un classico, che in momenti come questo diviene ancor più amaro. Anche il “buon” Monti ha pescato dove hanno già razziato altri. E fa rabbia. Sembrerebbe un discorso qualunquista, se non fosse vero. A pagare è sempre Pantalone. Sì, ma si dice che non c’è stato tempo per individuare gli evasori, i capitali scudati, i grandi patrimoni, per cui si è ricorso dove è stato più facile. A pagare è il solito Pantalone: lavoratore dipendente e pensionato. Eppure, la parola d’ordine seguita alla nascita di questo governo è stata “equità”. Alla faccia dell’equità. Ai poveri disgraziati non hanno mai risparmiato nulla. L’Agenzia delle Entrate non ha mai fatto alcuno sconto. Tranne che si sia trattato dei soliti ignoti. Nonostante tutto è Natale. E così, l’albero, anche se più scarno, con meno luci, si accenderà anche quest’anno. Chi ha sempre fatto il presepe, continuerà a farlo. Magari, a spese del nonno che ha la pensione e con papà che è stato licenziato. Che magone scrivere questo commento. È antipolitico se dico che “la casta”- a ragione la chiamano tutti così – ha rinviato la decisione di ridursi lo stipendio? E perché? “Lo deve decidere il Parlamento che è sovrano, cioè loro”. Già, e perché per noi non c’è stato bisogno di alcuna discussione in Parlamento e ce lo hanno rifilato così, quasi fosse un panettone in regalo? La gente è veramente stufa. Si respira aria di insofferenza nei riguardi del politico che viene percepito non più come servitore dello Stato, ma come chi è andato a Montecitorio solo per assicurarsi una lauta pensione, dopo cinque anni da parlamentare anche se accumulati in diverse legislature. Peraltro, ce lo hanno dimostrato alcune registrazioni nascoste che è proprio così. Ed il metalmeccanico? Quello no, deve lavorare 40 anni e solo allora avrà la sospirata pensione, se ci arriva. E tutto questo attraverso un decreto legge. Semplicemente. È giusto? Nonostante tutte queste considerazioni, sono sempre convinto che ci sia ancora la buona politica, quella con la “P” maiuscola. Guai se non ci fosse. Comunque, è Natale. E proprio ai più poveri, per primi, a chi ha perduto il lavoro, a chi vive momenti di forte difficoltà, ai commercianti ed artigiani del centro storico, va il nostro più affettuoso augurio. A tutto il paese, che possa risorgere più forte e dignitoso da questo momento, perché possa tornare a vivere un periodo di risorgimento culturale e dignitoso nel lavoro, ai nostri amministratori perché possano recuperare quella dignità che tutti chiedono dalla loro azione. Gesù nascerà, come ogni anno, e speriamo bene. Incrociamo le dita.
Fernando DURANTE