C’era una volta a Martano la fabbrica delle bambole …
Quando ne ho sentito parlare per la prima volta, sono rimasto colpito dal fatto che in un piccolo centro del Sud Italia, a forte vocazione agricola, potesse realizzarsi un’impresa del genere, eppure un uomo geniale come Cosimo Coluccia (pittore, scultore, ebanista) riuscì nell’intento, dando vita sul finire del 1945 alla sua I.M.B.A.(industria martanese bambole e affini).
In questa piccola industria, costituita da un modesto laboratorio posto in via Cosimo Moschettini, venivano prodotti principalmente bambolotti in cartapesta di raffinata fattura, rientranti nella tipologia del “bébé caractère” inventato in Francia alcuni anni prima, realizzati da non più di 6 operaie che partecipavano al processo produttivo, meccanizzato solo in minima parte, mediante l’ausilio di strumenti nati dall’ingegno dello stesso proprietario; a differenza delle bambole che già si producevano nelle botteghe dei cartapestai salentini in quel periodo, (con corpo in stoffa e solo testa, mani e piedi in cartapesta), molto economiche, vendute generalmente durante le feste patronali, quelle della ditta I.M.B.A. si contraddistinguevano per la qualità dei materiali, cura dei dettagli ed eleganza, caratteristiche queste che le ponevano al pari delle più note produzioni del tempo in porcellana e bisquit.
La loro lavorazione, iniziava con la preparazione della cartapesta che veniva collocata negli stampi in gesso, corrispondenti alle varie parti della bambola (braccia, gambe, testa) e cotti in un forno a legna, una volta ottenuto il pezzo si provvedeva a munirlo di ganci ed elastici interni, che consentivano i vari movimenti degli arti. Composta la bambola veniva raffinata, dipinta e vestita con abitini in panno, precedentemente confezionati da sartine che lavoravano presso le proprie abitazioni.
Ultima fase del processo produttivo consisteva nell’imballaggio e spedizione delle bambole a mezzo ferrovia, partendo dalla vicina stazione di Zollino, dirette verso città del Nord Italia come Varese, Milano, Como, ma anche in Germania, riuscendo in breve tempo ad imporsi su un mercato come quello tedesco, difficile da conquistare, proprio perché a Norimberga vi era uno dei principali centri specializzati nella produzione di bambole.
Se in un primo momento l’eccellenza del prodotto entusiasmò i negozianti, in seguito gli stessi trovarono difficoltà nella vendita, a causa del prezzo elevato, inoltre, in questo particolare periodo, il mercato cominciava ad orientarsi verso articoli più commerciali ed economici realizzati con nuove tecniche e materiali più resistenti come la plastica e il PVC, noto anche come vinile, materiali questi che consentivano la produzione di bambole su scala industriale.
Questi fattori uniti alle precarie condizioni di salute del titolare, portarono all’inevitabile chiusura della fabbrica nella seconda metà degli anni ’50. Dopo un lungo lavoro di ricerca, reso ancor più complesso dall’esiguità delle fonti, mi è sembrato doveroso far riscoprire alla comunità martanese una pagina forse poco conosciuta del nostro recente passato.
Giuseppe Leucci