Calimera: il cinema Elio rischia la chiusura
Il cinema Elio, di Calimera, non dispone del proiettore in 3D, perciò rischia la chiusura.
A dicembre, la cooperativa Kama che gestisce la sala lascerà se non interverranno sviluppi positivi. E’ una interrogazione appassionata ed allarmata- con risposta scritta- quella con cui il capogruppo di opposizione in Consiglio comunale, “Calimera che vorrei”, Raffaele Tommasi, chiede di conoscere le intenzioni dell’amministrazione comunale sul caso.
L’assessore al Bilancio, Vito Montinaro, risponde che “con la spending review, il comune non può finanziare privati, quale è la cooperativa”. Ed aggiunge che a Kama sarebbe venuto a mancare un contributo pari a 20mila euro che- negli anni scorsi- arrivava dalle prove che effettuava l’orchestra della Notte della taranta nel teatro e che oggi sono state spostate a Zollino.
La notizia che Tommasi definisce “devastante”, è postata su facebook e viene ripresa dal capogruppo che chiede cosa intenda fare l’amministrazione per evitare che l’allarme divenga realtà, “dopo gli sforzi fatti dalla comunità per riaprirlo, l’evenienza è vista dal nostro gruppo come una vera e propria iattura”.
A provocare la paventata chiusura è l’impossibilità di proiettare film in tre dimensioni (3D). La concorrenza delle sale del vicino capoluogo di provincia che proiettano con il nuovo sistema sarebbe insostenibile. La chiusura sarebbe inevitabile, nonostante l’appartenenza della sala al circuito di film di qualità. Per acquistare il proiettore servirebbero 50mila euro. Una somma non impossibile per Kama.
Ma, il problema non sarebbe finanziario, sostiene il capogruppo, perché la Regione contribuirebbe per il 50% della spesa. Lo è – invece- “l’assenza di un contributo operativo, in termini di adesione al progetto, di consenso partecipato e di garanzie finanziarie, da parte del comune che è il proprietario del cinema”. Decisione che dovrebbe giungere entro metà dicembre. Un tempo strettissimo per evitare quel che Tommasi chiama un “danno patrimoniale e di valori, un fallimento politico ed amministrativo”.
Fernando Durante