Caos IUC: facciamo un po’ di chiarezza
La IUC, acronimo di Imposta Unica Comunale, è il nuovo tributo introdotto dalla Legge di Stabilità 2014 che nelle intenzioni del legislatore avrebbe dovuto semplificare il quadro della fiscalità locale. A dispetto del nome, la IUC, però, è un’imposta tutt’altro che “unica”, essendo composta da tre distinte componenti tributarie – IMU, TASI e TARI – ognuna caratterizzata da una casistica infinita di aliquote, esenzioni e riduzioni che di fatto generano centinaia di possibili varianti.
L’IMU è la componente di tipo patrimoniale dovuta dai proprietari di immobili e terreni edificabili, escluse le abitazioni principali, in proporzione del valore catastale degli stessi e con un’aliquota standard del 7,6 per mille, modificabile dai Comuni fino ad un massimo del 10,6 per mille.
La TARI, edere della TARSU e della TARES, è la componente destinata a coprire integralmente il costo del servizio rifiuti sostenuto da ciascun Comune con tariffe che dipendono dalla superficie dell’immobile e dal numero di occupanti (o dal tipo di attività per le utenze non domestiche).
La TASI è la grande novità del nuovo sistema di fiscalità locale, che di fatto sostituisce l’IMU sulla prima casa e la maggiorazione sui servizi indivisibili che lo scorso anno era incorporata nella TARES. La TASI si configura tecnicamente come una tassa sui servizi, in quanto destinata alla copertura dei costi dei servizi comunali a carattere indivisibile (illuminazione pubblica, viabilità, cura del territorio, ecc.); in realtà le modalità applicative ricalcano fedelmente quelle dell’IMU con la sostanziale differenza che la TASI è dovuta per tutte le tipologie di immobili, compresa l’abitazione principale. L’aliquota base della TASI è pari all’1 per mille da calcolare sul valore catastale dell’immobile, ma i Comuni possono decidere di variare questo valore fino ad un massimo del 2,5 per mille (per le seconde case la somma di IMU+TASI non può eccedere il 10,6‰).
Per tutte e tre le componenti IUC, infine, i Comuni hanno facoltà di prevedere nei propri regolamenti detrazioni e riduzioni per particolari categorie di contribuenti.
IMU e TASI: un confronto tra Comuni
In questo quadro di grande complessità è estremamente difficile orientarsi tra delibere e regolamenti comunali ed effettuare una comparazione sul reale livello di pressione fiscale che gli Enti Locali applicano sul “bene casa”. Il confronto più semplice è quello che riguarda le aliquote adottate dai vari Comuni, anche se, è opportuno precisarlo, questa analisi risulta parziale perché non tiene conto di riduzioni e detrazioni eventualmente deliberate dai consigli comunali.
Sulla “prima casa” l’unico tributo dovuto (oltre la TARI) è costituito dalla TASI essendo gli immobili adibiti ad abitazione principale generalmente esenti ai fini IMU. Nella nostra Provincia 22 Comuni su 97 hanno applicato l’aliquota massima del 2,5 per mille, mentre solo 11 Comuni hanno deciso di non applicare la TASI. Nella Grecìa Salentina l’unico Comune “TASI-free” è Carpignano Salentino, mentre Castrignano, Martano e Soleto registrano i livelli massimi di tassazione sulle prime case.
Più difficile da comprendere è il discorso sugli immobili diversi dall’abitazione principale. Molti, infatti, cercano di fare del facile populismo vendendo come buon risultato amministrativo la “TASI-zero” sulle seconde case. In realtà, come visto, su questa tipologia di immobili gravano due distinti tributi, l’IMU e la TASI, la cui somma non può eccedere il livello massimo del 10,6 per mille. Non ha senso, quindi, guardare al singolo tributo: ciò che conta per le tasche dei contribuenti è unicamente la somma delle due aliquote. Nella Provincia di Lecce tassazione ai livelli massimi sulle seconde case in ben 59 Comuni; tra questi anche Martano, Corigliano, Martignano, Soleto, Castrignano e Calimera.
C’è poi la “super TASI”. Sono, infatti, 10 le amministrazioni locali che hanno sfruttato la possibilità di derogare, solo per l’anno in corso, al limite del 10,6 per mille. Tra queste Lecce, Maglie e Vernole, ma anche Matino, Novoli, Squinzano e Racale dove la tassazione raggiunge il livello record dell’11,4 ‰.
In ogni caso nella quasi totalità dei comuni salentini, come in tutta Italia, si registra un marcato aumento dell’imposizione sugli immobili. Tutta responsabilità delle amministrazioni locali? Forse no, se si considera che lo Stato, mentre da un lato da la possibilità ai Comuni di introdurre o meno la TASI, dall’altro taglia drasticamente i trasferimenti agli Enti Locali proprio in virtù di questa possibilità. Per capirlo basta dare uno sguardo al Fondo di Solidarietà Comunale, la principale entrata nei bilanci comunali di provenienza statale. Questa la situazione nei Comuni della Grecìa Salentina:
FSC 2013 | FSC 2014 | TAGLIO | TAGLIO % | |
CALIMERA | 1.267.087,06 | 1.123.662,46 | 143.424,60 | -11% |
CARPIGNANO | 770.085,45 | 656.604,77 | 113.480,68 | -15% |
CASTRIGNANO | 681.526,95 | 608.754,63 | 72.772,32 | -11% |
CORIGLIANO | 552.621,91 | 387.990,64 | 164.631,27 | -30% |
CUTROFIANO | 843.355,92 | 690.893,44 | 152.462,48 | -18% |
MARTANO | 1.066.716,94 | 846.823,87 | 219.893,07 | -21% |
MARTIGNANO | 395.247,63 | 341.488,88 | 53.758,75 | -14% |
MELPIGNANO | 817.944,08 | 728.105,86 | 89.838,22 | -11% |
SOGLIANO | 715.774,75 | 654.943,61 | 60.831,14 | -8% |
SOLETO | 880.123,87 | 654.619,68 | 225.504,19 | -26% |
STERNATIA | 510.175,10 | 449.158,37 | 61.016,73 | -12% |
ZOLLINO | 459.710,87 | 394.306,78 | 65.404,09 | -14% |
Tagli pesanti che trasformano i cittadini in contribuenti tartassati e gli amministratori in meri esattori.
Antonio Castellano
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Chiarezza significa considerare che la riduzione dei trasferimenti statali (e il conseguente aumento di tassazione) per il Comune di Martano e’ legata anche all’incauto sforamento del patto di stabilita’ verificatosi, per ultimo nel 2013, per eccesso di spesa.