Caprarica di Lecce: mostra permanente “Storia della Lametta da Barba”
L’Amministrazione Comunale di Caprarica di Lecce inaugurerà il 16 settembre alle ore 18:30 la mostra permanente “Storia della Lametta da Barba”.
La particolare e affascinante raccolta è frutto del lavoro e della passione del signor Alfonso Tozzi, uno dei più grandi collezionisti di bustine di lamette da barba antiche, ma anche studioso della loro storia.
Alla scomparsa del collezionista la moglie, la signora Ivana Colella, ha raccolto e organizzato tutto il materiale per una bellissima mostra museale sulla storia della lametta da barba che ha voluto donare alla cittadinanza di Caprarica di Lecce e che arricchirà l’offerta culturale dello stesso paese in maniera nuova e originale.
La mostra raccoglie pannelli illustrativi, pannelli esplicativi, editoria, bozzetti, foto, libri, reperti, ricordi e testimonianze che raccontano la storia della lametta da barba dalla nascita, iniziata nel 1895, fino ai suoi momenti culminanti in corrispondenza di particolari stagioni dal punto di vista storico, innovativo e produttivo.
Il percorso espositivo si articola su oltre 50 pannelli contenenti bustine di lamette, italiane e straniere, che hanno dato un apporto decisivo alla storia di questo particolare oggetto e oltre 20 pannelli con oggettistica pertinente l’argomento e altre esperienze di collezionisti, di cui Alfonso Tozzi ne è stato l’esempio, nonché profondo cultore, conoscitore e scrittore.
Sarà presente anche il figlio del sig. Alfonso Tozzi, il Dott. MARIO TOZZI, geologo noto conduttore televisivo di “Gaia” su Rai3 e attualmente di “Atlantide” su La7.
Mario Tozzi per la rassegna CulturArte presenterà il suo libro “Pianeta Terra, Ultimo Atto” spiegando perché, secondo lui, saranno gli uomini a distruggere la Terra.
La lametta nacque agli albori del Novecento dall’intuizione di un ignoto rappresentante di tappi, King Campbell Gillette. Il brevetto, della durata di vent’anni, risale infatti al 1902, quando fu fondata a Boston la Safety Razor & Co, il cui successo, dopo un inizio stentato, fu talmente travolgente da non dover cedere il primato.
La lametta non è molto cambiata nel tempo. Anche i diversivi, come gli esemplari a croce di Malta con quattro fili, che si risolsero in un fiasco perchè necessitavano di un apposito rasoio, non rappresentano che lievi variazioni sul tema. Certamente non sufficienti a giustificare raccolte di migliaia di pezzi. A interessare il collezionista non è quindi la lametta vera e propria ma la bustina, che anzi dev’essere conservata rigorosamente vuota per non essere danneggiata da processi di ossidazione.
Sfogliando i raccoglitori, comuni album per diapositive, appaiono, fra rime stentate di improvvisati poeti, serie tematiche di vario tipo, prodotte in particolare fra la metà degli anni venti del novecento e gli inizi degli anni sessanta, quando il boom dei rasoi elettrici e di quelli “usa e getta” provocò il tramonto della lametta.
Animali, personaggi storici,mezzi di trasporto,messaggi pubblicitari per medicinali, liquori o cosmetici ma anche per sigarette e persino preservativi. Insomma, una vera e propria storia del costume. Numerose sono le lamette sportive, ricordo dei principali eventi del ciclismo oppure relative alle differenti squadre di calcio. Rara (e cara) quella della A.S. Roma del 1942, anno del primo scudetto. Bustine legate alle mode dunque, ma anche protagoniste di eventi storici, pronte a lanciare slogan agli italiani o ad assumere nomi di armi da guerra. Nel 1946 la povera lametta che, ignara apologeta del fascismo, si era trovata in “camicia nera” ad affermare “Lama Dux,,, dux l’ama”, si prese la rivincita sventolando una bandiera rossa “che trionferà”, secondo la fabbrica produttrice dall’altisonante nome URSS, che però è soltanto l’acronimo di Utensili Rasoio Speciali Saponi.
La Redazione