Carpignano Salentino: il ritorno delle spoglie di Leonardo Lefons
Sono tornate nel suo paese natale le spoglie del finanziere Leonardo Lifonso morto sul fronte albanese- a Ghilane- nel lontano il 10 settembre del 1943. Tutta Carpignano Salentino ha accolto con grande emozione i resti del suo eroe. Un eroe sfortunato, peraltro. Aveva, appena, diciannove anni e la guerra era terminata, infatti, l’otto di quello stesso mese, ma la notizia non era ancora giunta al fronte. Perciò le azioni continuavano. Fu proprio in una di quest’ultime che fu raggiunto da una pallottola nemica.
“Cercavamo di spostare la mitragliatrice in una buca quando il fuoco nemico ha raggiunto il vostro parrocchiano”, così scrive il commilitone veronese, Enrico Peri, al parroco dell’epoca, don Rocco, che tenne nascosta la notizia, però, perché il giorno successivo cadeva la sentita festa di Ognissanti e non l’avrebbe voluta guastare. “E’ morto invocando il nome della mamma e di Assunta, la sua fidanzata, ma tutto era così impossibile e lontano”, commenta Peri. Il colpo mortale ha raggiunto il povero ragazzo alla schiena, “è deceduto dopo cinque ore, eroicamente”, e sottolinea, ”eroicamente, perché affrontava il nemico senza aver paura del pericolo e con la convinzione di dover combattere per nostro puro e sacrosanto dovere”. Fu sepolto nel cimitero ortodosso di Ghilane e- solo successivamente- spostato nel Sacrario militare di Bari da cui, ieri è stato prelevato. Nella cerimonia religiosa il parroco- don Giuseppe Colavero- ha ricordato che anche la chiesa partecipa la vita quotidiana della comunità e soffre delle sofferenze della gente e quel sacrificio “per un nobile ideale costituisce la sintesi di questo sentire comune. Ci sono uomini che vivono e muoiono per grandi valori”, come si è verificato con gli 830 martiri otrantini. Il sindaco del paese, Roberto Isola, che ha fortemente voluto questo ritorno, nel suo intervento, ha ripercorso la vita del giovane concittadino Lifonso, che era partito volontario allievo nella Guardia di Finanza, prima a Firenze, poi a Roma ed infine al fronte albanese. “E’ morto per dare a noi quella libertà di cui oggi godiamo”, ha detto il primo cittadino. Anche il presidente della Provincia, Antonio Gabellone, ha indicato nel sacrifico dell’eroe un esempio per i valori di pace e libertà che racchiude. Alla cerimonia è stato presente il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Vincenza Rella, l’omologo otrantino, Luca Petrocchi. Ma sono state rappresentate tutte le armi. A garantire il servizio d’ordine sono state le Guardie nazionali ambientali (Aeza), di Soleto.
Fernando Durante