Castrignano, il Consiglio di Stato blocca la demolizione dell’ex cinema Aurora. Il Comune: “È un’ingiustizia”
I giudici ribaltano una sentenza del Tar che aveva dato l’ok alla demolizione. Il Comune: ” Il Paese ha subito un’ingiustizia”.
Il Consiglio di Stato blocca l’abbattimento di un edificio al n. 8 di via Umberto I a Castrignano dei Greci, ex cinema Aurora. A chiedere il giudizio è stata l’associazione ambientalista Forum Ambiente e Salute del Grande Salento di Maglie. “L’appello è fondato e va accolto”, hanno risposto i giudici. Dal comune masticano amaro: “Rispetteremo la sentenza, ma rimaniamo del parere che a subire un’ingiustizia sia stato il paese, una gravissima lesione del diritto di decidere dello sviluppo della propria comunità”.
L’abbattimento rientrava nel più complesso progetto di riqualificazione urbana che comprendeva l’intera area per isolare il Castello de Gualtieris (XVII secolo) e farlo diventare l’epicentro sociale del paese. C’erano già stati gli accordi con i proprietari dello stabile ed i lavori, per un importo complessivo di 583mila euro erano stati già avviati. Un finanziamento proveniente dal Programma Fers dell’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina. L’intervento dei carabinieri in esecuzione al provvedimento del Consiglio di Stato ha bloccato il procedimento. L’antico maniero è letteralmente incastrato fra alcune abitazioni risalenti ai primi anni del novecento, altre costruite negli anni cinquanta. Nel caso specifico, lo stabile risalirebbe al 1925. Ampliamente rientrante fra gli edifici costruiti in tempi superiori ai cinquant’anni, considerati fra i Beni di interesse storico-culturale dalla Sovrintendenza. Nel tempo la costruzione era stata dapprima deposito di tabacchi, poi discoteca, infine cinema “Aurora”. Coperta, fra l’altro, da lastre di amianto, oggi rimosse.
La sentenza del Consiglio di Stato analizza l’intero iter che ha percorso la vicenda, prima di arrivare a definitiva sentenza. Anche perchè il Tar di Lecce, con una prima sentenza aveva condannato la Sovrintendenza, per “eccesso di potere”, ritenendo l’edificio, “privo di elementi di rilievo”. Anche in virtù del fatto che la Sovrintendenza aveva dato due pareri favorevoli alla demolizione (del 27.09.2013 e del 8.05.2014), per quanto autorizzativi “per opere compatibili con le esigenze di tutela ambientale”. Oggi invece, il Consiglio di Stato ha condannato il comune riconoscendo le ragioni della Sovrintendenza, perchè, si legge, i pareri sarebbero stati “resi su dati incompleti e tendenziosi”, tali da compromettere il giudizio.
In sostanza, i pareri sarebbero su documenti errati trasmessi dal comune. E comunque, la Sovrintendenza, scrivono i giudici nel loro giudizio definitivo “non ha inteso approvare tout court la demolizione ma si è limitata a condividerla”.