C’era una volta l’unione dei comuni della Grecìa Salentina
Cerchiamo l’Unione dei comuni della Grecìa Salentina, disperatamente.
Negli ultimi anni è divenuta come la famosa Araba Fenice di cui si diceva: “Che vi si ognun lo dice, dove sia nessuna lo sa”. Ogni tanto, ad onor del vero, almeno in occasioni ufficiali di rappresentanza, compare il Presidente, Luigino Sergio. Poi, il buio. Né un annuncio di Consiglio, né un comunicato, né una iniziativa.
Dov’è finita quella Unione tanto invidiata dei primi anni 90, quando nove sindaci decisero di mettere in comune le proprie idee ed i propri territori a favore di un rilancio dell’area, uniti da quel retaggio culturale che era il grico che, in alcune realtà è ancora vivo, per altri paesi era ed è solo un sentito dire di quella esistenza.
Eppure si partì sulla base di quel che era, almeno una volta, quel territorio, mettendosi in discussione e furono anni di incredibile promozione del territorio di cui ne godiamo anche oggi. L’idea era quella di fare un’unica area mettendo in comunione un insieme di servizi. Ognuno perdeva qualcosa della propria autonomia, ma tutti ci guadagnavano risparmiando sui servizi comuni e divenendo cittadini di un territorio che voleva contare . Furono anni in cui si parlava di cittadinanze onorarie. Indimenticabile, fra queste, quella assegnata al presidente russo, Michail Gorbaciov. Si proponeva cultura. Erano anni in cui, l’allora presidente, Massimo Manera (ma sarebbe potuto essere chiunque) girava il mondo chiamato da quelle lontane Istituzioni per illustrare il fenomeno. Perché tale era percepito. L’idea forte, peraltro, era quella di essere tutti uguali di confrontarsi senza mettere sul tavolo la carta del numero di abitanti.
Poi sopraggiunse l’arroganza di non perdere nemmeno un oncia della propria “sovranità” (tu non sai chi sono io), di imporsi come migliore di altri, e forse anche questa idea ha contribuito a bloccare ogni processo di quell’idea di “Unione”. Se dobbiamo parlare di oggi, il consuntivo è decisamente negativo. Per dire, non un vero servizio è stato messo in comunione. Ci auguriamo che, proprio come l’Araba Fenice risorga dalla ceneri, perchè tale è divenuta la gloriosa Unione dei comuni della Grecìa Salentina. Anche perché è di questi giorni l’adesione a questa nostra Unione del comune di Sogliano Cavour. “Che ci azzecca”, verrebbe da dire. Ma, se è per sentirsi vivi, va bene anche questo arrivo. Mancano anche i soldi, probabilmente. Ma mancano- soprattutto- idee.
Fe.Du.