Coldiretti Puglia: fuori i nomi di chi importa grano estero
La #guerradelgrano di Coldiretti continua senza cedere il passo, contro le importazioni dall’estero che proseguono inarrestabili nei porti pugliesi, creando una violenta turbativa commerciale ai danni degli agricoltori, proprio quando in Puglia si sta raccogliendo grano di ottima qualità e Coldiretti continuerà a chiedere controlli alla forze di polizia e a tenere alti i riflettori su atteggiamenti commerciali inaccettabili per i produttori pugliesi. “Fuori i nomi di chi importa il grano dal Canada, dove viene fatto un uso intensivo del diserbante ‘glifosate’ – denuncia il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – proprio nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato, uso che in Italia è vietato. La dipendenza del sistema industriale dalle importazioni di grano dall’estero causa la mancata vendita di quello pugliese, oltre al taglio dei prezzi pagati agli agricoltori sotto i costi di produzione. L’anno scorso la ‘scusa’ è stata la bassa qualità del grano pugliese. E quest’anno? La campagna 2017 è ottima, con livelli di proteine fino addirittura al 18%. Non saremo mai sotto coperta e continueremo in solitudine la nostra battaglia a tutela del reddito dei nostri agricoltori e del consumo consapevole degli italiani”.
Il via vai di navi nei porti pugliesi – al momento ce ne sono 2 nel porto di Bari, quella canadese e una francese, e oggi ne arriva una dalla Russia, oltre a quella attraccata nel porto di Manfredonia – alimentano un circolo vizioso che – secondo Coldiretti – adesso provoca la delocalizzazione degli acquisti del grano, ma domani toccherà agli impianti industriali di produzione della pasta, con la perdita di un sistema produttivo che genera ricchezza, occupazione e salvaguardia ambientale.
“Un pacco di pasta su cinque prodotto in Italia è fatto con grano coltivato in Canada – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – e le importazioni rischiano di essere favorite dall’approvazione dell’accordo CETA tra Unione Europea e Canada, primo esportatore di grano duro in Italia. Gli industriali possono acquistare grano dove più ritengono opportuno farlo, ma devono riportare fedelmente in etichetta l’origine del grano che utilizzano per fare la pasta. Per questo il Decreto sull’etichettatura obbligatoria dell’origine è fondamentale per creare la linea del discrimine tra chi fa spaghetti, maccheroni e orecchiette con grano pugliese e chi con grano canadese, russo o francese. I consumatori devono essere messi nella condizione di scegliere”.
L’accordo UE – Canada che dovrà essere ratificato dal Parlamento nazionale e contro il quale la Coldiretti è pronta a scatenare una mobilitazione senza precedenti per scongiurare l’azzeramento strutturale dei dazi, indipendentemente dagli andamenti di mercato. Coldiretti chiede che il Parlamento italiano, assurdamente e stranamente prima tra tutti i Paese Ue a volersi esprimere, non ratifichi l’accordo che comporterebbe l’invasione di grano estero, facendo crollare ancora di più i prezzi del prodotto raccolto in Puglia.
Quest’atteggiamento consolidato ha provocato la decimazione delle semine di grano con un crollo del 7,3% per un totale di 100mila ettari coltivati in meno che peseranno sulla produzione di vera pasta italiana nel 2017, oltre che sull’ambiente, sull’economia e sul lavoro delle aree interne. La situazione drammatica è determinata dal crollo dei prezzi pagati agli agricoltori che nella campagna 2016 si sono praticamente dimezzati per effetto delle speculazioni e della concorrenza sleale, tanto che oggi con 5 chili di grano non è possibile neanche acquistare un caffe.