“Il colore nascosto delle cose”
Schermo buio nei primi minuti della pellicola. Voci di sottofondo.
Schermo buio negli ultimi minuti della pellicola. Voci di sottofondo.
È così che il regista Silvio Soldini capovolge la realtà. I protagonisti de “Il colore nascosto delle cose”, film proposto agli studenti del “Trinchese”, nel terzo appuntamento del cineforum, al Cinema Elio di Calimera, si incontrano proprio nell’esperienza del “dialogo nel buio” dove, contrariamente a quanto accade solitamente, è una persona non vedente (Emma) ad accompagnare un gruppo di normali vedenti in un percorso privo di luce.
Proviamo a chiudere gli occhi per un momento e a dare un colore alle cose; sarebbe quasi impossibile. Siamo troppo legati alle apparenze! Così come noi, anche Teo, creativo agente pubblicitario, lo è. Nonostante sia Teo che Emma abbiano entrambi alle spalle un passato difficile, il primo segnato da rapporti familiari complicati e la seconda da un matrimonio fallito e da un tentato suicidio, i due hanno visioni opposte della vita. Infatti, se il primo vive una quotidianità tanto movimentata, quanto superficiale, Emma dimostra di aver maturato l’idea della sua disabilità, rompendo tutti gli schemi e, allo stereotipo secondo cui i non vedenti debbano lavorare solo in un call center, risponde con la sua professione di osteopata.
Emma non cambierà solo la vita di Teo, ma anche quella di una giovane studentessa, ancora incapace di muoversi autonomamente per le strade della città, come nella propria vita. Nadia, a causa della sua età, rispecchia maggiormente le problematiche di noi adolescenti, infatti la parte da lei interpretata nel film ruota intorno all’incapacità di accettarsi come non vedente e alla vergogna provata nell’usare il bastone. Solo grazie ai consigli ricevuti da Emma e, soprattutto, al suo esempio, riuscirà finalmente a prendere in mano le redini della sua vita.
Il film è piaciuto molto ai ragazzi, che si sono soffermati a riflettere sulle tematiche presenti, oltre che sulla bravura degli attori, Adriano Giannini e, in particolare, Valeria Golino, che si è calata con grande naturalezza e intensità nel ruolo di Emma, senza mai scadere nel patetico e nello scontato.
Ciò, anche grazie allo sguardo acuto e sensibile del regista, Silvio Soldini, che, in questo, come nei suoi precedenti film, si dimostra capace di rappresentare storie e personaggi autentici, offrendo allo spettatore non pochi spunti di riflessione e suggerendo modi diversi di guardare la realtà.
E, probabilmente, il messaggio principale che il film vuole trasmettere, è proprio quello di andare oltre le semplici apparenze e di vivere la vita in modo profondo e vero, cogliendone il valore profondo, quel “colore nascosto delle cose” , che non solo le pupille ci possono svelare.
Francesca Pacella e Rita Calabro