DOVE PASSA LA LAMPADA DEVE PASSARE IL MINATORE
Un mio giovane conoscente e figlioccio, Nicolò Giangrande, mi ha inviato da Bruxelles, città in cui sta frequentando un corso internazionale per il sindacato, un ricordo su quell’eccidio di molti italiani. Non è male ricordare. Anzi, bisognerebbe non dimenticare. Mi è sembrato importante pubblicare quel momento scritto dalla penna di Nicolò. Di lui sentiremo parlare in ben altri consessi.
Fernando Durante
“DOVE PASSA LA LAMPADA DEVE PASSARE IL MINATORE”
di Nicolò Giangrande
Urbano Ciacci, classe 1935, professione minatore. Parte 18enne per il Belgio dopo aver visto fuori dalla chiesa del suo paese nelle Marche i manifesti con le offerte e i vantaggi del lavoro in miniera. In Italia lascia gli affetti, la disoccupazione e la fame. In tasca ha un passaporto ed un contratto di lavoro, nel cuore tanta speranza e fiducia. Viene buttato in miniera fin dal primo giorno, nelle visceri della terra scopre la solidarietà tra i lavoratori che comincia ad inizio turno in quei cunicoli dove si spala per otto ore e si condivide il pane, prosegue fino alle docce – dove privi di spugne e spazzole si liberano reciprocamente dal nero carbone – e continua alla bocciofila e ai ritrovi del dopolavoro tra connazionali. Nell’estate del 1956 decide di tornare in Italia per sposare la sua fidanzata e portarla con sè. L’8 agosto è in treno con la sua sposa diretto verso il Belgio. La notizia del disastro lo raggiunge alla stazione di Milano. E’ sconcertato, vorrebbe essere a Marcinelle. Ci arriva solo l’indomani. Il bilancio è di 262 morti di cui 136 italiani. Tra di loro numerosi pugliesi, in maggioranza salentini. Da quel momento l’immagine dei molti compagni di lavoro morti intrappolati nei meandri della terra diventa la sua tortura. La “condanna” per essere uno tra i sopravvissuti si trasforma in una lotta per avere più sicurezza in miniera e in un impegno per la memoria dei suoi compagni di lavoro morti. Sono convinto da sempre che i lavoratori abbiano una cultura e una saggezza che nessun titolo di studio ti può dare ed oggi Urbano, con la sua semplicità, con il suo essere orgogliosamente un minatore (quando si dice che il lavoro crea identità!) mi ha dato delle lezioni di chimica, fisica ed ingegneria che non avrei mai ascoltato in nessuna aula universitaria. La targa dell’associazione degli ex minatori di Marcinelle recita: “Il vostro sacrificio cambiò la nostra vita”. Quella frase mi rimbomba ancora nella testa, da oggi è anche mia. Grazie.