Energia Sostenibile nei paesi della Grecìa Salentina
A che punto (non) sono i piani d’azione per l’energia sostenibile nei paesi della Grecìa salentina.
Ovvero di quando il denaro pubblico non piace se non si può dire grazie a nessuno.
Partiamo dal fatto. Il 31 dicembre 2011 rappresenta il termine ultimo per la presentazione, da parte dei comuni aderenti al Patto dei Sindaci, dei “piani d’azione” necessari per accedere a cospicui finanziamenti comunitari, cioè provenienti dall’Unione europea (Ue), da destinarsi ad infrastrutture e progetti di riqualificazione ed efficientamento energetico. Gran parte dei comuni della Grecìa salentina hanno aderito, sin dall’aprile del 2011, al Patto dei Sindaci – tra breve diremo in cosa consiste – ma, allo stato attuale, a parte la lodevole eccezione di Carpignano Salentino, tutti appaiono in grave affanno sulle scadenze e, soprattutto, mostrano di non aver colto per nulla lo spirito di questi finanziamenti comunitari, che invece prevedono un’amplissima partecipazione dei cittadini, delle associazioni e delle categorie professionali.
La disattenzione e la scarsa considerazione che molti amministratori locali stanno rivolgendo al processo attivato dal Patto dei Sindaci espone le comunità al rischio di perdere risorse strategiche per il futuro.
Perché siano strategiche queste risorse per il nostro futuro è presto detto.
Il Patto dei Sindaci è il principale movimento europeo che vede coinvolte le autorità locali e regionali impegnate ad aumentare l’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili nei loro territori. Attraverso il loro impegno i firmatari del Patto intendono raggiungere e superare l’obiettivo europeo di riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020.
Al fine di tradurre il loro impegno politico in misure e progetti concreti, i firmatari del Patto si impegnano a preparare un Inventario di Base delle Emissioni (ovvero la quantificazione di anidride carbonica, CO2, rilasciata in atmosfera per effetto del consumo energetico che si verifica sul territorio comunale) e a presentare un Piano d’azione per l’energia sostenibile (Paes), vale a dire il documento chiave in cui i comuni aderenti al Patto definiscono le modalità attraverso cui intendono raggiungere l’obiettivo minimo di riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2020. I comuni, per la redazione del piano, sono tenuti ad attivare processi partecipativi e coinvolgere cittadini e portatori di interesse.
Al di là del risparmio energetico, i risultati delle azioni dei firmatari sono molteplici: la creazione di posti di lavoro stabili e qualificati; un ambiente e una qualità della vita più sani; un’accresciuta competitività economica e una maggiore indipendenza energetica.
Insomma, in poche parole: redigendo un buon piano d’azione ogni comune può sbloccare ingenti risorse finanziarie da destinare ad azioni ecosostenibili come la riqualificazione dell’illuminazione pubblica attraverso l’impiego di tecnologie a basso consumo (con ingenti risparmi da parte delle casse municipali), una migliore gestione del ciclo dei rifiuti, l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati (con un abbattimento dei costi che i cittadini sostengono direttamente per riscaldare e raffreddare le proprie abitazioni, o indirettamente pagando le tasse per climatizzare scuole e uffici) e, infine, la costruzione, finalmente, di impianti ad energia rinnovabile di proprietà comunale su edifici pubblici non storici o suoli comunali già antropizzati. Soprattutto quest’ultima azione garantirebbe alle casse comunali laute entrate, invertendo la drammatica tendenza che ha visto, fino a questo momento, gli enti locali svendere il proprio territorio per consentire alle multinazionali dell’energia rinnovabile industriale di conseguire profitti milionari lasciando alle comunità solo le briciole delle compensazioni.
L’inerzia di molti comuni appare pertanto l’ennesima, tristissima prova dei limiti delle nostre attuali classi dirigenti, capacissime a strombazzare con affissioni murali i danari pubblici ottenuti con canali privilegiati (ottemperando al classico cliché meridionale di una concezione paternalista e proprietaria della spesa pubblica), ma inette, nel momento in cui si tratta di fare programmazione, fabbricare idee, immaginare futuro, muovere la macchina amministrativa, garantirsi risorse per cui non è richiesto alcun vincolo di fedeltà ma solo uno splendido esercizio di autonomia.
Tale inerzia appare tanto più feroce quanto più si considera che la Provincia di Lecce si è attivata per tempo, promuovendo l’adesione al Patto tra i Comuni e ricercando i sostegni finanziari necessari per i costi legati alla compilazione dei piani.
L’associazione Save Salento ha attivato le proprie forze per sollecitare quanti più comuni è possibile ad accelerare le procedure del Patto dei Sindaci. Lo ha fatto anche a Martano. Ci aspettiamo che anche altre associazioni si comportino allo stesso modo.
Non rimane, da queste colonne, che lanciare un appello agli amministratori affinché si adeguino. A tal proposito un’occasione di scambio di riflessioni e di suggerimenti può essere l’incontro pubblico promosso dal comune di Carpignano Salentino, lunedì 19 Dicembre 2011, alle ore 18:00 presso la sala della biblioteca comunale di Carpignano, per illustrare le azioni messe in atto per la programmazione del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile.
Antonio Bonatesta
ENERGIA RINNOVABILE E RISPARMIO ENERGETICO
RISCALDAMENTO E RAFFRESCAMENTO DEGLI AMBIENTI
POMPE DI CALORE
> Pompe di calore geotermiche;
> Pompe di calore aria-acqua;
> Pompe di calore ad aria esausta.
Sono sistemi completi di riscaldamento e raffrescamento energeticamente efficiente che assicurano una climatizzazione interna economica e al tempo stesso eco-sostenibile.
Questa tecnologia è disponibile per installazioni residenziali mono/plurifamiliari ed edifici industriali e commerciali di grandi dimensioni.
La pompa di calore geotermica utilizza come fonte di calore il sottosuolo o l’acqua di falda e consente un risparmio sui costi per il riscaldamento fino al 80%.
Non è necessario risiedere in una zona termale per usufruire dei benefici del calore sotterraneo: a partire da 10 mt di profondità fino ai 100 mt le temperature si attestano intorno ai 10-12°C per tutto l’anno costituendo una fonte di calore ottimale per il funzionamento della pompa di calore.
La pompa di calore aria-acqua utilizza come fonte di calore l’aria esterna e consente un risparmio sui costi per il riscaldamento fino al 50-60%.
Questa pompa di calore ha un’efficienza straordinaria; ad esempio possono produrre acqua calda per riscaldamento o usi sanitari fino a temperature di 65°C con il solo compressore e lavorare fino a temperature esterne di -25°C!!!
La pompa di calore ad aria esausta utilizza come fonte di calore l’aria viziata presente nella casa, consente un risparmio sui costi per il riscaldamento fino al 50%.