EOLICO DI VERNOLE E CASTRI. DOPO LA PRONUNCIA DEL TAR ITALIA NOSTRA RICORRE AL CONSIGLIO DI STATO
Le associazioni Italia Nostra e Save Salento comunicano che la campagna di mobilitazione contro l’installazione di 11 torri eoliche proposto dalla società Tarifa Energia srl nel territorio di Vernole e Castrì prosegue con la presentazione, da parte di Italia Nostra, di un nuovo ricorso in Consiglio di Stato.
Solo pochi mesi fa, nel febbraio del 2011, il TAR di Lecce aveva rigettato un primo ricorso di Italia Nostra. Il progetto di Tarifa Energia srl, avviato sin dal 2007 e passato attraverso due diverse amministrazioni locali sia a Vernole che a Castrì, prevede l’installazione di 11 torri eoliche della potenza di 2 MW ciascuna e alte più di 100 mt. Le torri dovrebbero essere collocate in un’area (le contrade “Campana” e “Filandra”, tra Vernole e Castrì) interessata dalla presenza di olivi secolari della varietà “ogliarola” (che costituiscono l’antica plaga dell’olivo ogliarola che in passato ricopriva l’intera porzione centro-orientale del Salento, da Lecce fino a Carpignano Salentino) e a poco più di 7 km dall’oasi naturale de “Le Cesine”, importante zona di protezione per il transito migratorio di numerose specie di volativili. Una parte dell’oasi è attualmente gestita dal WWF.
Sin dal dicembre 2010, quando il settore ecologia della Regione Puglia ha fornito il progetto Tarifa dell’autorizzazione unica necessaria alla costruzione delle torri, numerose associazioni, tra cui Save Salento e Italia Nostra, hanno attivato da subito una campagna di informazione e di mobilitazione dei cittadini, cui hanno aderito anche alcune pro loco delle diverse frazioni di Vernole. La motivazione principale dell’opposizione dei cittadini consiste nelle preoccupazioni circa l’impatto ambientale e l’assenza di una valutazione d’incidenza, nonostante la vicinanza dell’oasi delle Cesine.
La questione, agli inizi di gennaio 2011, è arrivata in Parlamento grazie ad una interrogazione rivolta al Ministero dell’Ambiente e al Ministero dello Sviluppo Economico dall’on. Elisabetta Zamparutti, radicale eletta nelle liste del PD. La decisione di proseguire nella battaglia legale contro l’installazione delle 11 torri della società Tarifa è stata intrapresa a seguito di un’assemblea pubblica, convocata il 28 ottobre scorso dalla sezione Sud Salento di Italia Nostra a Corigliano d’Otranto, e che ha visto la partecipazione di diverse associazioni civiche e ecologiste delle province di Lecce, Brindisi e Taranto. In questa sede, le associazioni hanno considerato deboli le motivazioni addotte dal TAR di Lecce nel rigettare il ricorso di Italia Nostra contro le torri di Vernole, dal momento che si è arrivati al paradosso per cui, semplici dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa dagli organi dirigenti del WWF, e non appurate e disinteressate analisi scientifiche, hanno finito con l’assumere un improbabile valore probatorio a favore dell’installazione dell’impianto energetico-industriale da fonte eolica. Il ricorso, redatto dal legale di Italia Nostra avv. Donato Saracino, consente così di proseguire l’intensa fase di mobilitazione che dal dicembre 2010 ha visto Italia Nostra, Save Salento e diverse altre associazioni, comitati e pro loco opporsi al progetto.
La decisione di ricorrere in Consiglio di Stato però assume un profilo più ampio, che va al di là della semplice opposizione ad un singolo progetto di infrastrutturazione energetica. Il rischio concreto è infatti quello che, nei boschi di olivo “ogliarola” delle contrade “Campana” e “Filandra” di Vernole e Castrì, l’impatto prodotto dalle torri eoliche della Tarifa si vada a sommare alla prospettiva di costruzione dei venti km del gasdotto della TAP, cordata di multinazionali del gas che proprio in questi mesi ha avviato le consultazioni con gli enti locali e il governo centrale. L’analisi del tracciato del gasdotto rivela infatti uno sbalorditivo dribbling tra le torri eoliche. Da una parte, è necessario dunque denunciare il fatto grave che la mancanza di qualsiasi programmazione energetica generale sta trasformando il Salento, tra rinnovabili, gas e trivellazioni petrolifere, in una grande piattaforma energetica senza che si ponga il problema centrale dell’integrità del territorio salentino; dall’altra, il caso di Vernole mostra il venir meno della promessa di riconvertire le fonti di approvvigionamento energetico da fossili a rinnovabili: le 11 torri della Tarifa infatti non scongiureranno la costruzione, in quelle stesse contrade, delle strutture di trattamento e trasporto del gas disposte dalla Tarifa.
Per tali motivi, appare chiaro come, in uno stato di totale confusione nella programmazione energetica nazionale, la responsabilità ricada sulle amministrazioni locali, le quali hanno, fino a questo momento, ammiccato tanto al progetto della Tarifa quanto al progetto della TAP sulla base di una visione esclusivamente utilitaristica, puntando ad incassare le royalty che queste società sono disposte a lasciare al territorio in cambio di profitti milionari. Le royalty non ci paiono un criterio serio e valido per impostare una politica di infrastrutturazione energetica sul territorio.
L’appello che Save Salento rivolge alle amministrazioni di Melendugno, Vernole e Castrì è che si siedano attorno ad un tavolo per valutare in maniera complessiva l’impatto congiunto delle due opere (torri eoliche e gasdotto), in considerazione del fatto che negli uffici di Melendugno e di Carpignano (territori prospicenti le aree interessate dal gasdotto e dal progetto di Tarifa) si fanno silenziosamente avanti altri progetti di eolico: le 18 torri proposte dalla TG Energie Rinnovabili e il raddoppio dell’attuale impianto eolico industriale di Carpignano.
La Redazione