Gagliano del Capo, un Palazzo privato ospita un progetto d’arte contemporanea aperto al pubblico
Un Palazzo nel centro storico di Gagliano del Capo, nell’estremo lembo di terra salentina, dal 29 luglio scorso ospita un progetto site-specific dell’artista pugliese – residente a Piacenza – Daniele D’Acquisto.
La mostra, promossa da NOON, propone Regola, il nuovo ciclo di opere dell’artista, nell’ambito del festival di arte contemporanea Lands end Palazzo Comi, via XXIV maggio – Gagliano del Capo.
All’estrema essenzialità ed elementarità strutturale di queste cinque opere scultoree appartenenti a Regola, D’Acquisto è approdato dopo un progressivo percorso di semplificazione formale, rinunciando man mano al peso specifico della sua medesima scultura, liberandosi dal rapporto stringente con la superficie piana per avviare un’occupazione degli spazi anche nella loro accentuata verticalità e aerea consistenza.
Lo spazio tridimensionale in D’Acquisto è determinato dalla costruzione di strutture volumetriche ridotte all’essenziale, montate in uno specifico ambiente.
Così le cinque opere germinali di Regola – parallelepipedi irregolari di legno okumè, raccordati alle pareti, al pavimento e al soffitto da essenziali elementi in metallo e da tracce in feltro, che ne ridisegnano confini e relazioni – sono montate in modo da generare porzioni inedite di spazio, generando nascoste interazioni e prevedendo una costante mutazione, a seconda del posizionamento delle stesse nel medesimo spazio.
Regola è come uno statuto, inteso come unità di misura e forma generatrice di altre forme, e deriva da un brandello di un vecchio mobile di famiglia conservato per anni nello studio di D’Acquisto: da quel comò dei primi del Novecento, nel corso del tempo, l’artista ha smantellato intere porzioni, utilizzandole come punto di partenza per diverse sue opere, per poi demolirlo e disfarsene del tutto in tempi recenti.
Un elemento decorativo essenziale, un elemento in legno che termina con un’estremità dal profilo sinuoso, a semicerchio: parte da qui Regola. D’Acquisto ha affidato a questo brandello un ruolo generatore, dandogli l’opportunità di originare senso mediante un processo autopoietico: l’elemento ligneo è quindi stato eletto a unità di misura di tutte le cose riguardanti la sua riflessione sullo spazio, punto basilare di avvio di un percorso, che è anzitutto concettuale, di misurazione dello spazio stesso, nel momento in cui avviene l’insediamento fisico. Cambiare posizione, modificando l’assetto dei singoli elementi nello spazio, significa che la fase allestitiva diviene parte integrante di un processo, che si esplica nel posizionamento e nella regolamentazione dei perni che regolano la sintassi dell’opera stessa. È anch’essa, quella dell’allestimento, una fase germinale, all’insegna di quella che lo psicologo ungherese Mihály Csíkszentmihályi – ed è lo stesso artista a suggerire una vicinanza a questa linea – approfondisce come teoria del flow, in cui un’esperienza ottimale comporta un totale coinvolgimento dell’individuo. Questo flusso, per D’Acquisto, riguarda la fase di concepimento e produzione dell’opera, ma prosegue senza sosta alcuna anche nella fase di allestimento del lavoro.
Regola presuppone un sistema di pensiero composto con regole interne, che si strutturano anche per mezzo di innesti che connettono forma e spazio, anche in termini poetici e concettuali, presupponendo movimento ed estensione. Regola diventa così il punto cardine di un sistema, che si autoregolamenta partendo da un’apparente inutilità e divenendo generatore di nuove forme e nuove conseguenze.
Dalla forma di quel brandello, l’artista ha costituito le strutture che compongono la mostra a Palazzo Comi, favorendo un’interazione tra individuo e spazio, tanto da non trascurare una sorta di dimensione performativa, che potrà realizzarsi solo nel corso dell’apertura della mostra stessa. La radice processuale del suo lavoro si compone anche in questo frangente e perciò l’opera diviene una metafora per conoscere la realtà, per comprendere relazioni tra singoli individui, per mappare contingenze anche non apparenti.