Gal “Isola Salento”: primo in Italia per la qualità e e la dinamicità
Circa un mese fa, a metà gennaio 2014, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAF) ha pubblicato il Rapporto di Ricerca denominato “Cooperando fra aree rurali: i progetti leader ed extra-leader dei gruppi di azione locale italiani” avente ad oggetto i primi risultati dello studio INEA (Istituto Nazionale Economia Agraria) effettuato nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale.
Tale ricerca si è occupata di individuare ed esaminare le principali dinamiche di cooperazione adottate dai Gruppi di Azione Locale (GAL) in fase di progettazione ed implementazione degli interventi di cooperazione Leader ed Extra Leader ed è nata con la finalità di fornire un quadro esaustivo sull’esperienza che i GAL hanno maturato – dal 1991 ad oggi, nel corso delle diverse fasi di programmazione dei fondi comunitari – nell’ambito della cooperazione territoriale, considerando quest’ultima in un’accezione più ampia di quella Leader.
Grande è il risalto che il volume conferisce ai GAL della Regione Puglia, che vantano ben 4 presenze (i GAL Meridaunia, Capo di Leuca, Alto Salento ed Isola Salento) nella lista dei 20 GAL definiti “Più Dinamici” tra i 215 GAL italiani esaminati, ma ancor più brillante è il risultato del GAL Isola Salento che lo studio indica come il “primo” fra tutti i GAL Italiani per la “Qualità” dei progetti di cooperazione posti in essere, e, tra i 20 GAL italiani “Più Dinamici”, il “primo” per l’indicatore di “coinvolgimento”.
Per ben comprendere la portata di tale riconoscimento occorre rammentare cosa sia e come si caratterizzi la cooperazione territoriale nell’ambito dei programmi di sviluppo della Comunità europea.
La cooperazione territoriale europea trova la sua ragione d’esistere nell’art. 174 del trattato Europeo (ex art.158 del TCE), nel quale si afferma che “Per promuovere uno sviluppo armonioso dell’insieme dell’Unione, questa sviluppa e prosegue la propria azione intesa a realizzare il rafforzamento della sua coesione economica, sociale e territoriale.”
La coesione territoriale – accanto a quella economica e sociale – rappresenta dunque una delle tre componenti della politica di coesione. Essa, avvicinando territori e realtà locali, si correla, inoltre, coerentemente con i principi dello sviluppo locale, rafforzando l’idea che la collaborazione tra più sistemi locali possa essere uno degli elementi fondanti delle politiche territoriali, quali quelle cofinanziate dai fondi strutturali.
Il suo valore aggiunto, rispetto agli altri strumenti di programmazione, è dato dal fatto che gli obiettivi preposti e i risultati conseguiti sono il frutto di processi relazionali di gruppo, di partenariato. La sua adozione implica la volontà di superare comportamenti utilitaristici, andando oltre le singole competenze; di assumere regole e procedure organizzative consoni alla complessità delle decisioni; di accettare la condivisione delle responsabilità, facendosi carico anche dei rischi correlati; creare occasioni di confronto, incontro con le diverse realtà territoriali per individuare in modo congiunto la soluzione ottimale.
La Redazione
Condividi :