Grecìa e fusione dei Comuni: “Possibili risparmi, ma troppi ritardi”
Le difficoltà economiche dei comuni, dovute ai ridotti trasferimenti dello Stato, potrebbero avere una soluzione nea fusione dei comuni. La soluzione potrebbe essere a portata di mano: la fusione tra comunità.
Questo il tema di un incontro di presentazione di un progetto curato da Michele Giuranno, docente di Economia Politica presso l’Università del Salento, che insieme a Luigino Sergio, responsabile Sud Italia del Comitato nazionale fusione dei comuni, ha presentato nei giorni scorsi questa opportunità. “Sembra che questa possibilità – hanno detto – interessi molto più i cittadini e molto meno gli amministratori che non vogliono mettere in discussione la propria autonomia”. Eppure si otterrebbero notevoli benefici. Fra questi, riduzioni di spesa e, contemporaneamente, notevoli aumenti di trasferimenti dallo stato.
“Per fare un esempio concreto – dice Sergio – in Grecìa Salentina ammonterebbero a venti milioni di euro i trasferimenti dello stato ogni anno, per venti anni, da dividere in proporzione fra i comuni. Non solo, sarebbero applicate al minimo tutte le tasse, si accorperebbero numerosi servizi. Cosi che, per i comuni fusi, ci sarebbe un unico segretario comunale, un solo tecnico, un solo sindaco. In ogni paese rimarrebbe la sede del municipio. L’Unione grica, fra l’atro, è nata proprio con l’obiettivo di accorpare servizi allo scopo di risparmiare. Questo, purtroppo, non è accaduto. Anche perchè è la più grande Unione d’Italia e fatica molto a prendere decisioni comuni, ogni paese ha il proprio interesse da difendere”. Qualora fosse avviata, la fusione avrebbe il sostegno del Cuis, Consorzio Universitario Interprovinciale Salentino. L’ultima parola spetterà, comunque, ai cittadini attraverso il referendum.
Fernando Durante