Grecìa Salentina: a rischio dissolvimento l’unione dei comuni
L’Unione dei comuni della Grecìa Salentina rischia il dissolvimento. Ovvero: che ogni comune al di sopra dei cinquemila abitanti vada per la sua strada.
Quella che una volta aveva fatto sentire- veramente- tutti i cittadini del territorio appartenenti ad un unico grande comune- uniti dalle stesse radici culturali e dall’antico idioma grico- è rimasto un progetto irrealizzato, almeno al momento. Oltretutto aveva l’obiettivo di mettere in comunione gran parte dei servizi, peraltro- almeno formalmente- trasferiti.
Ma, alla prima verifica, tutto si sta sciogliendo come neve al sole. E quel che si sta verificando è sotto gli occhi di tutti. A partire dalla decisione dei comuni di Castrignano dei Greci e Corigliano d’Otranto di mettere in comune alcuni servizi: Polizia municipale, segretario comunale e Protezione civile. Cosa- peraltro- prevista dal nuovo Decreto legge ( 95 del 2012) che regola le funzioni e le prerogative di ciascuna entità. Ma è un segnale preoccupante. Perché, come si sostiene, se ogni comune va per la sua strada l’Unione non ha senso di esistere. D’altro canto nel consesso fare un passo insieme si è dimostrata impresa ciclopica.
E, se- dalla parte dei comuni più grandi (Martano, Calimera, Cutrofiano)- non si vuole perdere parte della loro autonomia, da parte dei piccoli comuni, al di sotto dei cinquemila abitanti, per quanto indispensabile, il farlo si arena alle prime difficoltà. Il Decreto lo impone dal primo gennaio. Cosa accadrà se nulla si muove? Il tentativo che sette municipalità (Soleto, Sternatia, Zollino, Martignano, Sogliano, Carpignano Salentino, Melpignano) interessate alla messa in comunione del servizio di Polizia municipale si sta fermando di fronte ad una serie di interrogativi che il decreto non chiarisce. Né, i relativi sindaci hanno assunto delibere in grado di risolvere i dubbi, non di poco conto. A partire dall’abbattimento dei confini territoriali entro i quali ha giurisdizione la PM.
Sarebbe necessario, perciò, convocare un Consiglio d’urgenza dell’Unione, almeno per chiarire i punti più controversi. Nell’ultima seduta molti rappresentanti dei grossi comuni erano latitanti. Salvo- poi- avanzare rilievi di natura regolamentare, il giorno dopo. Sarebbe necessario essere presenti, allo scopo di chiarire in Consiglio le proprie posizioni e porle sul tavolo della discussione, se si vuole stare insieme. Intanto, è stato superato il limite temporale imposto dal Decreto sull’avvio della messa in comunione dei servizi previsti e non è accaduto nulla. Né è stato convocato il Consiglio dell’Unione che sarebbe dovuto esserlo subito dopo l’Epifania. Proposta avanzata dal consigliere Wilson Castellano e votata all’unanimità.
In assenza del Presidente dell’assise e del dimissionario presidente della giunta, Luigino Sergio, l’assessore più anziano, Giuseppe Gentile, ha promesso che la convocazione sarà fatta diramata quanto prima. A complicare ancor più la già intricata matassa, il Decreto prevede che la Regione possa intervenire, entro due mesi dall’entrata in vigore, per variare limiti demografici, rispetto agli attuali. Forse è bene attendere, ma il tempo passa e l’Unione rimane nel limbo.
Fernando Durante