Guida Enogastronomica Salentina: Primi Piatti
Cortegrandeonline è lieta di presentarvi una piacevole scoperta fatta sul web: esiste un’approfondita infografica (con lunga guida allegata) sull’enogastronomia salentina, disponibile direttamente online su questa pagina di Nelsalento.com. L’infografica ve la riproponiamo anche in basso. In questa sede vogliamo soffermarci a presentarla, suddividendola in una sorta di “mini-rubrica” in tre parti: cominciamo con il parlarvi dei primi piatti, proseguiremo con i secondi piatti e termineremo con i dolci.
Non solo la Grecìa, ma il Salento tutto può infatti vantare una tradizione in cucina che è di tutto rispetto anche nei confronti di altre enogastronomie locali forse più rinomate come quella campana o siciliana, ma solo perché più “sponsorizzate”. Seguendo il nostro percorso lungo l’infografica vi dimostriamo, invece, che anche quella salentina non è da meno!
Possiamo vedere tra i primi piatti diverse specialità tutte nostrane: i celebri piatti di orecchiette e minchiareddhi, di ciceri e tria, oltre che quello della tajeddha. Un bel modo per cominciare il pranzo! L’infografica vi mostra alcune curiosità, più che ricette, ma le ricette le potete comunque ritrovare all’interno del lungo articolo della guida di Nelsalento.com.
Il piatto di orecchiette e minchiareddhi è il più tipico piatto di pasta fatta in casa nel Salento. Probabilmente, molti hanno ancora o hanno visto la propria nonna preparare con amore questa pasta, costituita da una parte di orecchiette e da un’altra di maccheroncini (i minchiareddhi), per poi gustarsela per un tempo sempre troppo breve! L’origine è sicuramente molto antica, tanto che se ne parla in alcune fonti di una sua esistenza fin dal Cinquecento. Il piatto di pasta, come nella migliore tradizione italiana, può essere poi condito in tanti modi differenti: dal più classico sugo, passando per varie tipologie di pesto, con la ricotta. Nella sua conformazione più tipica, si propone come un piatto al sugo condito con formaggio ricotta.
Un altro piatto piuttosto conosciuto e tuttora realizzato nelle case salentine è quello di ciceri e tria, vale a dire un pasto misto formato da tagliatelle particolari (senza uova ma realizzate soltanto con farina e acqua) e ceci. L’origine è anch’essa molto antica e potrebbe essere addirittura di derivazione araba, come testimoniato del resto dalla parola “itrya”, cioè “pasta fritta” secondo l’arabo. Il piatto come si può notare è povero e testimonia una volta di più le radici contadine della popolazione.
La tajeddha è invece, al contrario, un primo davvero ricco, che sfrutta l’abbondanza offerta direttamente dal pescato del mare unendolo alla realtà contadina: ne esce un piatto a base di cozze e di patate. Il nome tajeddha significa “tegame”, questo perché è un piatto che viene servito direttamente nel tegamo. Come forse alcuni possono notare, la tajeddha sembra simile per certi versi alla paella spagnola: entrambe sono servite in tegame ed entrambe presentano un piatto misto con più ingredienti. L’origine del piatto, infatti, sembra proprio essere una derivazione della paella spagnola e diffusosi nel Salento a seguito della loro dominazione.
Per il momento ci fermiamo qui, ma ci riaggiorneremo la prossima settimana parlandovi dei secondi piatti che vediamo su questa bella guida enogastronomica salentina.
La Redazione