Il Comune di Martano il 27 Gennaio ha scelto di non aderire alla “Giornata della Memoria”
Dopo aver visitato qualche anno fa Auschwitz e Birkenau mi sono sentito, forse per la prima volta nella mia vita, derubato da ogni forma di umanità e di civiltà. Credo che ogni cittadino debba una volta nella propria vita andare a visitare questi luoghi. E’ doveroso per me, ogni 27 gennaio, ricordare e non dimenticare che in quei campi e in quei forni non sono morti solo tantissimi ebrei, ma molti oppositori politici, migranti, e tantissimi bambini.
Con grandissima amarezza devo constatare che per la “Giornata della Memoria” 27 Gennaio 2014, l’Amministrazione Comunale di Martano non ha avuto la sensibilità di ricordare questa data importantissima forse perché impegnata in “altro”. Altri comuni hanno ricordato questo giorno attraverso iniziative, dibattiti, e con semplici manifesti, Martano invece, si distingue sempre in modo negativo per la totale assenza ingiustificata di manifesti ed iniziative per ricordare un momento così tragico della nostra storia.
Mi dispiace ricordare ai nostri Amministratori che solo noi, con i nostri comportamenti con le nostre azioni quotidiane, con responsabilità, possiamo evitare che accadano ancora queste cose, ricordandoci il giorno della memoria non solo il 27 Gennaio di ogni anno, ma tutti i giorni.
PD Martano
Il Segretario
Francesco Vitto
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Ammiro la tua certezza e la tua lucida sintesi e ne prendo atto. Devi essere un “ortodosso” convinto. Non è quindi possibile convenire sul punto. In ogni caso non è certo mia intenzione riabilitare i carnefici. Mi riferivo alle vittime. Senza contare le centinaia di migliaia di esuli forzati. Sono consapevole del male compiuto e delle diverse proporzioni della Shoah. Non ho vissuto quelle vicende, ma le condanno. Sei libero di credere che nelle Foibe ci fossero solo fascisti o “collaborazionisti”, che poi anche se fosse significherebbe dire che è comunque giusto ammazzare in quel modo. E infine si, hai ragione, credo sia corretto tenere distinte le due giornate per non offendere nessuno, ma, lungi da me ogni mistificazione e negazione, ti prego di scusarmi se ho espresso un’opinione. Non riesco a trovare ambiguità in un pensiero che ho espresso senza secondi fini. A voler esprimere una riflessione su questo nostro breve confronto sembra che ll passato è in grado di creare odio e divisione ancor più di quanto possa generarne il presente. Ti saluto senza rancore.
Forse un Paese davvero civile, consapevole e maturo, unificherebbe la Giornata della Memoria della Shoah e la Giornata del Ricordo delle Foibe in una sola. Ma non mi voglio soffermare su questo. Personalmente mi disturba che ci sia ancora chi voglia ricordare separatamente, che si vogliano perpetuare differenze tra vittime e che si faccia ancora oggi un uso strumentale delle vicende storiche. A scanso di equivoci non ritengo che sia questo il caso, dico solo che è segno di cinismo fare raffronti e conteggi considerato che è lo stessoTalmud ad affermare il principio “chi salva una vita salva il mondo intero”. Non ci possono essere negazionismi. Finchè ho avuto la delega alla Cultura ho cercato di lasciare traccia di questa doppia consapevolezza, anche solo con un manifesto. Condivido, del resto, le conclusioni del neo segretario del Pd martanese in merito alla necessità di vivere ogni giorno, nel nostro agire, con quella consapevolezza, con sensibilità, nel rispetto di chi ha opinioni diverse, cercando di operare, nel nostro piccolo e per quanto ci è possibile fare, con senso di giustizia. Poichè, se un segno di quella consapevolezza sarebbe stato certamente opportuno, il rispetto e il ricordo formali non possono cancellare azioni quotidiane che vanno in tutt’altra direzione e relazioni umane improntate a superficialità, indifferenza, arroganza, prepotenza e sopraffazione.
Unificare le due ricorrenze non ha senso in quanto sono due eventi separati. L’unico (ambiguo) intento sarebbe quello di unificare due avvenimenti che hanno visto da una parte i nazisti e i fascisti come carnefici e dall’altra i fascisti e i nazisti come vittime.