Il Martano calcio archivia una stagione travagliata
L’Usd Martano perde l’ultima partita casalinga con la capolista Galatina.
Una sconfitta dal risultato tennistico: 0 a 7. Questa è stata la formazione scesa in campo: Cariddi (dal 20° st Verri), Passabì, Nocco R., Schito, Cezza, Resta (dal 3° st Amato), Caracuta, Nocco A., Ciriolo (dal 13° st Fuso), Scuglia, Vadacca. A disposizione: Marchese. All: Catalano. Il tecnico ha schierato, senza- peraltro- alternative, nove under su quindici giocatori, fra titolari e panchina.
Nella giornata estiva più di qualcuno ha preferito il mare al sudore sul campo. Anche le tribune hanno dimostrato quant’è misera la passione in paese. Difatti, ad occupare il maggior numero di posti sugli spalti sono stati proprio i galatinesi scesi in gran numero al Via Soleto.
Da parte sua il Martano non fa drammi, i ragazzi cresceranno ed alcune sconfitte sono messe in conto. Certo che per il prossimo anno saranno indispensabili alcune pedine importanti, se si vuole disputare un campionato dignitoso. Ma, con estrema cautela.
Quello che è accaduto quest’anno dimostra che spendere- il più delle volte- non è segnale positivo per l’avvenire di una squadra. Alla base di tutto, è fondamentale che vi sia passione. Se c’è questa, tutto passa in secondo piano, lo spogliatoio tiene e la gente si appassiona.
La scelta di impegnare i ragazzi dopo i fatti accaduti negli spogliatoi nel corso della partita contro il Gallipoli, sfociati nell’esonero dell’allora tecnico, Luigi Colagiorgio, è stata una decisione obbligata, ma giusta.
Qui le tesi, però, si contrappongono fra chi sostiene l’allontanamento, come il presidente, Domenico Scordari, e chi, come l’allenatore dice che abbia- lui- lasciato la squadra. Per noi non è importante.
E’ importante constatare che lo spogliatoio- ormai- era allo sbando. In balia di quei due/tre giocatori di cui è inutile fare nomi, non interessa nessuno. Peccato! Personalmente ero rimasto entusiasta dell’evoluzione positiva del carattere di Colagiorgio le cui qualità tecniche non sono in discussione. Come nella precedente esperienza con la squadra locale, a tradirlo è stato- nuovamente- il carattere. Eppure con l’età si dovrebbe mitigare il proprio carattere in funzione al ruolo che si ricopre.
Ripeto: peccato. Gettare al vento una opportunità di rientrar nel bel giro di una attività che da soddisfazioni se, affrontata con lo spirito giusto, mettendosi in discussione. Non ci si può offendere ad ogni commento negativo di un cronista. Non ci si può chiudere in un deleterio silenzio quando si è subita una sconfitta, per quanto immeritata. La reazione non può comprendere il prendersela, con arroganza, con chi ha pubblicato la reazione, ma con se stessi per essersi comportati in quel modo.
A chi scrive, come il sottoscritto, spetta il compito di informare e, se non può farlo, deve giustificarsi con i lettori. Il tecnico è l’interlocutore principale, il responsabile di un’auspicabile vittoria, come di una bruciante sconfitta. Così è. Dispiace, infine, per qualche giocatore che si è lasciato andare a dichiarazioni di troppo. In questo caso, però, avrei chiesto le motivazioni delle sue dichiarazioni. Da quella giornata, però, sono state tutte sconfitte per i ragazzi di mister Catalano. Che ha avuto il coraggio di accettare una croce, sapendo quanto pesasse. Così è stato. Senza drammi, con serietà. Non gli si può rimproverare nulla. Un elogio all’impegno, allo spirito di abnegazione, ed alla serietà va riconosciuto ai calciatori che, domenica dopo domenica, hanno risposto alla chiamata del mister. Così come, senza fare drammi ha reagito la società. Si deve ripartire, con orgoglio e una rinnovata passione. A dopo le vacanze. Auguri.
Fernando DURANTE