L’Illegalità è protetta
Voglio raccontare un episodio sintomatico del grado di illegalità in cui versano i nostri paesi. E di come viene messo all’indice chi lo denuncia. Circa un mese fa mi ferma una signora a Zollino e, con tono di rimprovero mi chiede dove viva se non vedo cose che sono note a tutti, tranne che a me.
Cado dalle nuvole, naturalmente, per trovarmi di fronte ad una accusa priva di argomento. La signora mi comunica che ci sarebbero delle case dell’Iacp assegnate a famiglie che non risiederebbero in paese (si, è cosa nota in paese, ma confesso, di non aver mai fatto caso). Mentre ce ne sarebbero delle altre che elemosinerebbero un casa più ampia e meno costosa. Chiedo alla signora chi crede che io sia, “non vorrei”, rispondo, “essere scambiato per il difensore civico, perché tale non sono”. “Si, lo so”, mi risponde lei piccata, “ma se ti interessi della cosa la tua voce è ascoltata”.
L’assunto mi meraviglia ma le prometto di fare una telefonata. Cosa che, puntualmente, faccio l’indomani mattina, all’Iacp. Chiedo di parlare con il direttore, ma chi mi passa il centralino mi comunica che- da tempo- manca la figura, “io sono il commissario si presenta la voce femminile al telefono (mi ha detto nome e cognome, ma non lo ricordo: l’età)”. Comunque, si rende disponibile ad ascoltare ed eventualmente rispondere alle informazioni che chiedo. Appunto, chiedo se l’Istituto controlla la presenza degli assegnatari dei loro alloggi. Perché, le comunico, che c’è gente che attende una assegnazione e non ce l’ha. Altre famiglie, invece, sono assegnatarie, ma non residenti. Insomma: le loro case sono chiuse per gran parte dell’anno. Mi informa che, testuale: “ci hanno tagliato le unghie ed hanno passato l’incombenza ai comuni”. Bene, vado in comune e chiedo al tecnico comunale, se la lamentela che ho ricevuto risulta vera. Mi risponde che in diverse occasioni avrebbe incaricato l’Ufficio di Polizia Municipale al controllo ma che poi la vicenda avrebbe, nel tempo, ceduto il passo ad altre più urgenti. Comunque, si sarebbe impegnato per un nuovo controllo. Cosa che è avvenuta, evidentemente.
Se, proprio oggi ricevo una telefonata dal tono fra il minaccioso e l’imbonitore, da parte di una signora assegnataria di un appartamento dell’Iacp, di cui non ero assolutamente a conoscenza, io mi sono interessato di altro (quindi c’è più di uno). “Mi hanno detto che lei si sta interessando alla questione ed ha sollevato un vespaio: sarebbe il caso di lasciar perdere”, mi suggerisce. Io cerco di farle capire che il problema è serio e non si possono assegnare case che- poi- vengono abitate uno, massimo due mesi l’anno, in barba ad altre famiglie, permanentemente, residenti in paese. Gente che soffre la pesante crisi ed è costretta a pagare affitti, certamente, più esosi di quelli che pagano all’Iacp.
Ora, a prescindere dal fatto che sarei curioso di sapere chi ha diffuso la notizia, la signora della telefonata mi ha detto che sarebbe venuta a conoscenza da conoscenti, per questo si era precipitata in paese, vorrei sottolineare il grado di illegalità in cui versiamo tutti. Insomma: chi denuncia episodi di illegalità viene indicato al pubblico ludibrio, chi pratica l’illegalità a spese della comunità e di cittadini sofferenti viene, persino, protetto. Questo è il nostro mondo? Io mi ribello.
Fernando DURANTE