La mobilitazione delle biologhe italiane contro le frasi sessiste del Senatore D’Anna, candidato alla presidenza dell’ONB
Dopo gli stupri di Rimini e Firenze, il senatore di Ala Vincenzo D’Anna, candidato alla Presidenza dell’Ordine dei Biologi alle prossime elezioni del 2 e 3 ottobre 2017, ha invitato le donne a «essere più caute per non essere preda dell’istinto primordiale del maschio». Le sue dichiarazioni hanno indignato le biologhe italiane che si sono ribellate. E’ nata così la protesta #FUORIDALLORDINE #IONONCISTO a firma delle Biologhe per le vittime di stupro, lanciata dalla dott.ssa Chiara Zanichelli, ed in poche ore la mobilitazione è cresciuta. “Noi, Biologhe Italiane – si legge nel comunicato stampa lanciato dal gruppo – riteniamo le parole espresse ieri dal Senatore Vincenzo D’Anna in merito ai recenti, terribili, fatti di cronaca riferiti a episodi di stupro, deplorevoli e gravissime. L’incarico istituzionale dello stesso e la sua candidatura alla presidenza dell’Ordine Nazionale dei Biologi le rendono, se possibile, ancora più gravi.
Ci dissociamo fermamente da questa mentalità retrograda ed espressione di un maschilismo della peggior fattispecie che tende ad attribuire alla vittima di stupro parte della responsabilità di ciò che ha dovuto subire. Il Senatore D’Anna è come noi iscritto all’Ordine Nazionale dei Biologi, e le sue esternazioni rischiano inoltre di gettare discredito su tutta la nostra categoria. Anche per questo motivo, decidiamo di alzare le nostre voci per condannarle con forza. L’Ordine Nazionale dei Biologi conta circa 50 mila iscritti al suo attivo, il 70% dei quali sono donne. Donne di tutte le età che hanno studiato, hanno intrapreso una carriera, hanno fatto a pugni e fanno ogni giorno a pugni con tutte le difficoltà che questa società di oggi presenta. Donne lavoratrici, ma anche mogli, mamme, figlie, sorelle, nonne. Dopo 50 anni dalla sua fondazione l’Ordine dei Biologi rischia di essere gestito da un uomo che disprezza il 70% delle persone che ne fanno parte.”
In un momento storico in cui in Italia, come emerge dai dati dell’indagine condotta dall’Istat in collaborazione con il Ministero della Giustizia, ogni due giorni una donna viene ammazzata e quasi sette milioni di donne hanno subito una qualche forma di violenza nel corso della loro esistenza, dallo stalking alla pressione psicologica, dalle aggressioni fisiche alla stupro, le parole di chi si candida a rappresentare l’Ordine Nazionale dei Biologi non solo sono un’offesa a tutte le donne, ma ad un’intera professione che dovrebbe essere rilanciata e non essere trascinata nel Medioevo della mente umana. La biologia è donna. La biologia è Rosalind Franklin, che per prima individuò la struttura del DNA ai raggi X e che sul suo taccuino nel febbraio del 1953 scrisse che “il DNA è composto da due eliche distinte”. La biologia è Maria Sibylla Merian, naturalista alla scoperta del variegato mondo degli insetti. La biologia è Silvya Earle, biologa marina impegnata nello studio e nella salvaguardia degli oceani. La biologia è Rita Levi Montalcini, neurobiologa insignita del Premio Nobel nel 1986 grazie alle sue ricerche che portarono alla scoperta e all’identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa. La biologia è fatta da tutte le donne che ogni giorno, nelle università, nei laboratori, negli studi professionali lavorano con impegno e dedizione, facendo onore alla loro professione, perchè, come diceva Rita Levi Montalcini, “le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza”.
Giulia Durante