La rivoluzione islandese
La rivoluzione islandese è stata completamente messa a tacere dai mass media internazionali. In Islanda, dopo che si sono chieste e ottenute le dimissioni del governo in carica, si è poi passati a nazionalizzare le principali banche, successivamente si è deciso di non pagare i debiti che queste avevano contratto con la Gran Bretagna e l’Olanda; infine si è passati alla costituzione di un’assemblea popolare per riscrivere la propria costituzione. Il popolo islandese è sceso nelle strade con le pentole contro il potere politico finanziario neoliberista che aveva condotto il paese alla grave crisi finanziaria. Per quale motivo nessuno ha parlato di quello che succedeva in Islanda?
Spero che tutti ormai siano consapevoli del potere che hanno i mass media e per quale fine vengano usati, ovvero per manipolare la coscienza sociale degli individui, considerando che nel XXI secolo il possesso di informazione e istruzione determina lo status di una persona moderna nella società.
Ecco perché molte notizie difficilmente vengono rivelate. Vogliono allontare le persone dalla verità, vogliono continuare ad addormentare le masse, evitando quello che possiamo definire il risveglio delle coscienze. Ci vogliono con gli occhi chiusi. Come diceva Shakespeare “Che epoca terribile quella in cui degli idioti governano dei ciechi”. Purtroppo è proprio vero, la maggior parte delle persone dorme e non vuole guardare, non si vuole risvegliare, ma questo è un altro affascinante e interminabile discorso.
Il popolo islandese vedendosi costretto a pagare il debito contratto con la Gran Bretagna (3,5 miliardi di euro che tutte le famiglie islandesi avrebbero dovuto pagare attraverso una tassazione del 5,5% per i prossimi 5 anni) torna a manifestare nelle strade per chiedere un referendum popolare. Nel gennaio 2010 il Presidente islandese indice il referendum. Il 93 % del popolo islandese decide di non pagare il debito. Ed è qui che vince la rivoluzione islandese. Il governo apre un’inchiesta per punire i responsabili della crisi: arrivano così i primi mandati di cattura e gli arresti per banchieri e top-manager. Addirittura gli islandesi non si accontentano di questo grandissimo risultato. A novembre viene eletta un’assemblea costituente per dar vita a una nuova costituzione. Ritorna finalmente la sovranità popolare, quella scomparsa in Italia (dovremmo ammetterlo tutti).
Come mai i media occidentali hanno fatto finta di niente? Ovviamente nessuno ne parla perché il modello islandese mette in crisi un sistema che regola e governa tutto il mondo, quello delle grandi banche. A riguardo non posso non citare un uomo, un avvocato, Luigi Alfonso Marra, che lotta contro il potere delle banche. Nel 1987 fonda una associazione “Fermiamo le banche” che si prefigge come obiettivo quello di contrastare il sistema bancario. Ultimamente sta indagando sul passato non proprio cristallino di Mario Monti, tra l’altro appartenente al circolo occulto Bildeberg.
Riccardo Bufano