La tartaruga “Caretta” nidifica a Torre Sant’Andrea
Le serate d’estate in Salento possono diventare davvero uniche ed eccezionali. In un sabato sera qualunque, succede che fai tappa a Torre Sant’ Andrea ed hai la fortuna di osservare e prendere parte ad un evento importante: una tartaruga marina, Caretta caretta, ha scelto di depositare le sue uova lì, nella piccola spiaggia del porto di Sant’ Andrea. Quel sabato sera qualunque diventa speciale.
Purtroppo nelle prime fasi della nidificazione la curiosità e la poca sensibilità hanno avuto il sopravvento e l’animale è stato disturbato dai flash e dalla calca delle persone che entusiasmate da quanto stava accadendo hanno messo a rischio la buona riuscita dell’evento.
Fortunatamente, grazie all’ intervento della Delegazione marittima di San Foca, alla sensibilità di pochi, all’aiuto del consigliere comunale di Melendugno, Simone Dima, all’ intervento degli esperti del Museo di Calimera e del Centro Recupero Tartarughe Marine del Bosco e Paludi di Rauccio è stato possibile recintare l’area, lasciando la tartaruga marina libera di portare a termine la deposizione, nonostante gli occhi indiscreti.
La tartaruga marina appartiene alla specie Caretta caretta ed attualmente è una tra le specie gravemente minacciate dagli effetti dell’impatto antropico. Essa infatti rientra nelle liste rosse redatte annualmente dall’IUCN (Unione Internazionale per la conservazione della natura) come specie a rischio di estinzione
Non è la prima volta che un Caretta scelga le spiagge delle Marine del Comune Melendugno come luogo di nidificazione: dopo l’episodio del 2006 a Torre dell’ Orso e quello del 2007 sulla spiaggia di San Basilio, Caretta ha scelto la spiaggia di Sant’ Andrea, perché è lungo queste coste che è nata ed è qui che una volta adulta fa ritorno per deporre le sue uova. A pochi km da Sant’ Andrea, a San Foca, è previsto l’arrivo dall’ oriente del gasdotto TAP. Dal momento che ogni tartaruga ritorna a nidificare nel luogo di nascita, ed essendo Caretta caretta una specie caratterizzata da movimenti migratori bisognerebbe investigare meglio l’interazione e l’interferenza delle attività di realizzazione e manutenzione dell’opera con le loro rotte e gli effetti dei rischi di eventuali fughe di gas non solo sulle tartarughe marine, ma sull’intero ecosistema. Dobbiamo scegliere a chi affidare le nostre spiagge, se alle tartarughe marine per la nidificazione o ai signori dell’ energia; se alla natura, alla tutela del nostro meraviglioso mare e la sua salvaguardia o se allo sviluppo forsennato.
Giulia Durante