La tradizione de “lu Cannarutu” a Calimera
Chissà se oggi qualcuno ricorda che, fino a qualche tempo fa, nei paesi di lingua e tradizioni griche (abbandonate, ahimè!) resisteva la tradizione de “lu Cannarutu (il goloso)”, il giorno di martedì “grasseddra”, martedì grasso.
Era tradizione nella Grecìa Salentina, almeno fino agli anni 70/80, ma viene rispettata tutt’ora, almeno in alcune famiglie. La ricorrenza è diffusa anche nella regione greca del Pireo. E’ molto probabile che l’usanza sia stata importata proprio da quella regione con le prime colonie. Si tratta di attaccare all’estremità di un filo un uovo sodo e farlo pendolare intorno alla bocca del ragazzo che deve addentarlo senza usare le mani. Tutta la famiglia intorno partecipava al festoso rito che, solitamente, veniva affidato al nonno, o al famigliare più anziano, che sfidava i più piccoli. Molte volte il gioco finiva per sfinimento del bambino di turno. Nel tempo, grazie ad una maggiore agiatezza, al posto dell’uovo si è proposto l’alternativa di un pezzo di formaggio.
L‘operazione voleva ricordare che si era in prossimità della Quaresima, tempo di digiuno e meditazione. Ma, in questo caso, le scuole di pensiero divergono. Altri – infatti – sostengono che la tradizione faccia riferimento al fatto che i ragazzi non gradivano l’uovo sodo e quello era un mezzo per farglielo mangiare. Questo pomeriggio, quella tradizione viene riproposta a Calimera presso il Circolo Ghetonia, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo ed il comune, a cura della Casa-Museo, a partire dalle ore 15.30. Da qui si muoverà una breve sfilata per le vie del paese con le maschere che si concluderà in piazza del Sole. Qui, tra scherzi e risate si svolgerà lu cannarutu (il goloso).
La Redazione