La trovata del gettone di presenza dei politici
Alcuni cittadini sembrano cercare invano dati sui compensi percepiti dal consiglieri comunali di lecce.
Ne segnalo il quesito a Paese Nuovo, speranzoso che dalle stanze non segrete del palazzo di città, da non intendere Carafa, vengano rese note o almeno conferma sulla consultabilità dei verbali delle sedute.
Nel frattempo ricordo che nel mio comune d’origine e di lavoro avevano escogitato un metodo non so se seguito nelle altre amministrazioni.
Veniva fissata la data della convocazione di una commissione, indicando nell’avviso notificato l’orario della prima convocazione (alle ore 8,00 del mattino) e quello della seconda convocazione (alle ore 12,00) nella stessa giornata.
La seduta della prima convocazione andava sempre deserta, ma chi si era presentato per pochi secondi e aveva firmato il foglio di presenza, maturava il bel gettone-premio.
Secondo me i regolamenti di questi organi amministrativi (consiglio e commissioni) dovrebbero precisare che la fruizione di questo compenso andrebbe rapportato all’effettivo tempo impiegato per partecipare alle varie sedute.
E’ scoppiato il caso dell’abbandono dei lavori del senato, presieduta dalla vicepresidente, senatrice Mauro della Lega, a causa di “impegni personali”.
Cioè si presenzia per tempo anche ridotto o limitato, si guadagna il gettone di presenza e subito dopo si può comodamente licenziarsi dall’aula.
Tanto andrebbe verificato e meglio regolamentato per onorare l’etimologia della parola: politica, polis- etos, etica della città, dello stato.
Giacomo Grippa