Lavoro, si festeggia la vittoria su voucher e appalti ma aumenta la disoccupazione in provincia di Lecce
Questo Primo Maggio è stato per tutti i lavoratori e per i giovani, motivo di festa, perché ricade all’indomani di una importante vittoria, aver ottenuto con una tempistica pressoché inedita, l’approvazione di una legge che abolisce le norme su voucher e appalti. Una vittoria che è la prima tappa di un lungo percorso dopo vent’anni di riforme che hanno soltanto peggiorato le condizioni dei lavoratori e tolto dignità al lavoro.
Gli ultimi dati Istat nazionali dimostrano che, a fronte di un lieve calo della disoccupazione, aumenta il numero delle persone inattive, che rinunciano cioè a cercare un lavoro.
In provincia di Lecce, l’ultimo dato dei Centri per l’Impiego (anno 2016) registra l’aumento della disoccupazione, che sale al 23,1% nel 2016 (11,7% in Italia), rispetto al 22% dell’anno precedente (11,3% in Italia). Migliora, ma resta drammaticamente alto, il livello di disoccupazione giovanile nella fascia di età 15-24: 50% in provincia di Lecce, contro la media italiana del 37,8% (nel 2015: Le 55,4% – Ita 40,3%).
Ma con l’aumentare dell’età, 25-34 anni, la percentuale di giovani disoccupati nel nostro territorio è notevolmente aumentata nel giro di un anno: 33,6% in provincia di Lecce (17,7% Ita), contro 26,9% del 2015 (17,8% Ita).
All’interno di questa fascia di età, la situazione delle donne è molto più grave: il livello di disoccupazione delle donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni in provincia di Lecce è del 40,6% (19,6% Ita). Un dato che è aumentato considerevolmente rispetto all’anno precedente (2015 donne Le 31,8% – Ita 19,6%).
Per non parlare del dato sull’inattività: donne che, spesso pur avendo raggiunto un grado elevato di istruzione, rinunciano a cercare un lavoro. In provincia di Lecce, risulta inattivo il 41,1% delle donne di età 25-34, contro il 15,7% dei maschi della stessa età. Un dato notevolmente al di sopra della media nazionale (Ita donne 35,9% – maschi 9%).
La percentuale di inattività femminile sale con l’aumentare dell’età: non lavorano e non cercano occupazione in provincia di Lecce il 44% delle donne di età tra i 35 e i 44 anni, contro il 29% in Ita).
“Questi dati sono il segno del fallimento anche dell’ultima riforma del lavoro che ha lasciato immutata, se non peggiorata, la situazione nel nostro territorio.” – spiega la Segretaria Generale Cgil Lecce, Valentina Fragassi – “Unico cambiamento determinato dal Jobs Act, è stato l’aumento vertiginoso dei voucher come forma di pagamento del lavoro, passando dalla mercificazione del lavoro alla mercificazione dei lavoratori. La situazione del lavoro femminile è allarmante e non può essere più ignorata. Questo territorio non ha mai investito su politiche che agevolino concretamente la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per le donne. L’esempio della deregolazione delle aperture, anche nei festivi, nel settore del commercio è uno dei molti esempi di assenza di diritti e di rispetto nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori e delle loro vite.”
Non si possono usare parole come industria del turismo, se le istituzioni non investono in formazione di professionalità e se le imprese non spingono sulla qualità e nella legalità del lavoro oltre che nell’offerta dei servizi e nell’innovazione tecnologica. E questo vale anche e soprattutto per l’industria, il manifatturiero e l’agroalimentare. La crescita non può essere pagata sempre dai lavoratori.